La Russia ha deciso di non rinnovare l'accordo sul grano. L'annuncio è arrivato ieri mattina dal Cremlino, nell'ultima giornata prima della scadenza dell'intesa che un anno fa scongelò le esportazioni via mare di cereali dall'Ucraina in guerra. Ma anche - Mosca nega il collegamento tra i due fatti - poche ore dopo l'attacco al ponte di Crimea.

«Sfortunatamente la parte di questi accordi relativa alla Russia non è stata ancora attuata, quindi la sua validità è terminata», ha dichiarato il portavoce di Putin Dmitry Peskov, aggiungendo anche che «non appena la parte russa degli accordi sarà soddisfatta, la Russia ritornerà immediatamente all'attuazione dell'intesa».

Da tempo Mosca minacciava di ritirarsi dal patto sul grano sostenendo che «gli ostacoli» alle sue esportazioni di cereali e di fertilizzanti non fossero stati rimossi come concordato in un accordo parallelo a quello sul grano ucraino.

Ora l'annuncio del Cremlino preoccupa il mondo intero, aumentando i timori per la sicurezza alimentare globale. «A pagare il prezzo saranno centinaia di milioni di persone che affrontano la fame e i consumatori che stanno affrontando una crisi globale del costo della vita», ha avvertito il segretario generale dell'Onu Antonio Guterres. Dure critiche a Mosca sono arrivate anche da Londra, Parigi, Berlino, da Washington - che ha parlato di «un atto di crudeltà» e negato che la parte dell’intesa relativa alla Russia non si stata attuata - e dall'Ue, con la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen che ha definito «cinica» la decisione del governo di Putin.

Zelensky ha sostenuto che Kiev è pronta a continuare a esportare cereali via mare anche senza la Russia. «Non abbiamo paura. Siamo stati contattati da società che possiedono navi. Hanno detto di essere pronte», ha dichiarato il presidente ucraino.

«Siamo pronti a sostituire la fornitura di grano ucraino ai Paesi che ne hanno bisogno gratuitamente», ha annunciato oggi il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov.

Nei primi cinque mesi di guerra gli scali ucraini sul Mar Nero sono rimasti completamente fermi, ma l'intesa siglata la scorsa estate aveva sbloccato la situazione consentendo di esportare via mare quasi 33 milioni di tonnellate di cereali ucraini. L'accordo aveva permesso di ristabilizzare i prezzi dei cereali dopo mesi di pericolosi rincari e aveva anche l'obiettivo di alleviare la crisi alimentare mondiale venutasi a creare. L'Ucraina è infatti uno dei maggiori produttori di cereali al mondo, prima della guerra produceva circa un decimo del grano mondiale.

Per questo la decisione di Mosca preoccupa il mondo intero, anche Giorgia Meloni si è scagliata contro Putin: «La decisione della Russia di interrompere l’accordo del grano è l’ulteriore prova su chi è amico e chi è nemico dei Paesi più poveri. Riflettano i leader di quelle nazioni che non vogliono distinguere tra aggredito e aggressore. Usare la materia prima che sfama il mondo come un'arma è un'altra offesa contro l'umanità».

(Unioneonline/L)

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