Slitta di un anno il nuovo allunaggio degli Stati Uniti.

Dopo le promesse di Donald Trump, che aveva parlato di una nuova conquista del satellite terreste nel 2024, a far naufragare i propositi dell'ex presidente ci hanno pensato Jeff Bezos e Elon Musk, in competizione per accaparrarsi il contratto da 3 miliardi di dollari con la Nasa, quello per realizzare il modulo di allunaggio.

Alla fine ha vinto Space X, l'azienda del patron di Tesla, ma al termine di una lunga battaglia legale che ha ritardato il progetto. Così Il capo dell'agenzia spaziale statunitense, Bill Nelson, è stato costretto a riconoscere che l'uomo non rimetterà piede sul suolo lunare prima del 2025.

"Purtroppo abbiamo perso sette mesi a litigare", ha lamentato Nelson, spiegando come al momento è impossibile indicare una data precisa e che la Nasa ha bisogno di tempo per riprendere con Space X il lavoro sul progetto Starship, quello che porterà alla realizzazione del lander da utilizzare per le missioni Artemis.

Bezos aveva incentrato la sua causa sul fatto che Space X non garantirebbe gli stessi requisiti di sicurezza della sua Blue Origin, argomentando che alla fine la Nasa aveva deciso di assegnare il contratto al miglior offerente per far quadrare il suo risicato bilancio. Tutte critiche respinte sia da Space X che dall'agenzia spaziale.

E mentre nel dicembre del 2022 si celebreranno i 50 anni dall'ultima volta che l'uomo raggiunse la Luna con la missione Apollo 17, Musk sogna in grande. Col progetto Starship guarda oltre la Luna, puntando a un obiettivo ancora più ambizioso: portare presto l'uomo su Marte e fondare una “colonia” sul pianeta rosso. Il visionario della Silicon Valley infatti si è più volte detto convinto come questo sia il solo modo per dare alla specie umana un orizzonte di sopravvivenza di lungo periodo. 

(Unioneonline/v.l.)

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