Il premier libico Fayez al-Serraj potrebbe disertare la conferenza di Berlino e inviare soltanto una sua delegazione.

L'indiscrezione sul possibile passo indietro rilanciata dalla tv basata in Qatar Libya al-Ahrar, se fosse confermata, rischia di indebolire la sostanza della riunione, convocata con la speranza di un cessate il fuoco duraturo tra il governo di accordo nazionale (GNA) e le forze del maresciallo Khalifa Haftar, che solo pochi giorni fa ha deciso di non firmare la tregua che gli era stata sottoposta a Mosca.

La tensione è altissima, mentre nella capitale tedesca gli sherpa sono al lavoro per perfezionare una bozza di intesa da sottoporre alle parti al meeting in programma domani.

La molla che avrebbe fatto scattare Sarraj sarebbe stata un passaggio nel documento, nella sua ultima versione, in cui si chiede un "nuovo governo di accordo nazionale": una mossa letta dall'entourage di Sarraj come il tentativo di spingere il premier a farsi da parte.

L'unico realistico obiettivo della conferenza sembra quello di convincere le parti a sottoscrivere il consolidamento del cessate il fuoco scattato una settimana fa.

Intanto Al Haliq Al Zawi, leader della tribù Zouaiya dell'Est libico vicina ad Haftar, ha annunciato l'intenzione di voler chiudere porti e campi petroliferi dell'est della Libia, sostenendo che "il movimento mira a prosciugare le fonti di finanziamento del terrorismo bloccando le entrate petrolifere, e a chiedere il ritorno della sede della compagnia petrolifera nazionale a Bengasi".

Il capo tribale ha dichiarato che sono già stati chiusi il giacimento di Al Sarir e bloccato il porto petrolifero di Zueitina, e "domani assisteremo alla sospensione delle attività in tutti i giacimenti petroliferi e quindi alla sospensione di tutti i terminal nella parte est del paese".

"La chiusura dei giacimenti e dei terminal petroliferi è una decisione puramente popolare. Sono stati i cittadini a decidere", ha detto il portavoce delle forze pro-Haftar Ahmed Al-Mismari alla televisione libica Al-Hadath.

In una conferenza stampa nella notte, Mismari ha sottolineato che le forze pro-Haftar "non interverranno se non per proteggere le persone nel caso in cui si trovassero ad affrontare un pericolo".

Per Haftar, l'offensiva su Tripoli mira a liberare la capitale dei "terroristi", in riferimento al governo di Tripoli.

(Unioneonline/F)
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