Il tribunale speciale per il Libano, con sede all'Aia, in Olanda, ha inflitto l'ergastolo - in contumacia - ad un esponente di spicco di Hezbollah per l'omicidio dell'ex premier Rafiq Hariri e di altre 21 persone in un attentato a Beirut il 14 febbraio 2005.

Salim Ayyash, esponente del movimento sciita filo-iraniano, era stato giudicato colpevole nell'agosto scorso.

L'accusa aveva chiesto l'ergastolo per Ayyash, 57 anni, risultato al centro di una serie di contatti telefonici legati al crimine, avvenuti nei giorni precedenti e subito prima l'attentato dinamitardo. Il movimento sciita libanese filo-iraniano ha sempre smentito ogni coinvolgimento nell'attentato. E il suo leader Hassan Nasrallah ha negato l'intenzione di consegnare Ayyash alla giustizia, definendo il Tsl uno strumento politico che mira a minare la "resistenza" contro Israele.

Altri tre imputati, membri di Hezbollah, sono stati assolti per insufficienza di prove. L'inchiesta giudiziaria non è riuscita a dimostrare il presunto legame tra Ayyash e i vertici di Hezbollah, né i presunti collegamenti tra gli attentatori e il governo siriano, a lungo accusato di essere il mandante del crimine di "San Valentino".

(Unioneonline/v.l.)
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