La vedova di Kobe Bryant fa causa alla contea di Los Angeles per “stress emotivo”. Alla base della vicenda giudiziaria ci sono le foto scattate da alcuni soccorritori e poi diffuse sul luogo dell’incidente in cui è morto l’ex campione di basket insieme alla famiglia Gianna, che viaggiavano a bordo di un elicottero, nel gennaio 2020.

Vanessa Bryant ha già fatto la sua deposizione una decina di giorni fa e ha ripercorso la giornata dell’incidente. Mentre era a casa con due dei figli, erano le 11.30 del mattino, un assistente di famiglia ha bussato alla porta per comunicarle l’incidente, dicendole anche che c’erano cinque sopravvissuti. Quindi la donna aveva chiesto se il marito e la figlia fossero tra questi, ma la risposta era stata: “Non lo so”.

Quindi aveva cominciato a telefonare a Kobe ma sul cellulare erano arrivate le prime notifiche con messaggi del tipo “riposa in pace Kobe”. Ancora prima di ricevere notizie ufficiali, era cosa all’aeroporto per salire su un elicottero che la portasse dove quello del marito si era schiantato ma non era stato possibile a causa delle condizioni meteorologiche che non garantivano sicurezza. Allora insieme a un manager dei Lakers era andata in macchina.

Quando le hanno detto della morte, ha esplicitamente chiesto di assicurarsi che nessuno scattasse foto. La vedova ha spiegato aver prelevato dall'area gli abiti di Kobe e Gianna: "Se i loro vestiti rappresentano le condizioni dei loro corpi non posso immaginare come qualcuno possa essere così perfido da diffondere le loro foto come se fossero animali sulla strada".

La contea di Los Angeles ora vorrebbe delle valutazioni mediche e psichiatriche indipendenti su Vanessa Bryant e gli altri che hanno fatto causa alle autorità per stress emotivo. I legali della vedova del campione di basket definiscono la richiesta di test "crudele. Quando i servitori pubblici violano la privacy e i diritti costituzionali dei cittadini che hanno giurato di difendere, le vittime devono attraversare le fosse caudine per cercare giustizia".

(Unioneonline/s.s.)

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