Dopo due settimane di lockdown totale, passato il drammatico picco dell'epidemia di coronavirus, la Spagna da oggi prova a ripartire, riaprendo, seppure fra rigidissime misure di igiene e sicurezza, alcune attività "non essenziali", come uffici, edilizia e industria.

Una ripartenza contestata da molti operatori sanitari e da parte delle forze politiche e amministrazioni territoriali, come ad esempio la Catalogna.

Restano invece per ora chiusi scuole, cinema e teatri, ristoranti locali e bar.

La riapertura parziale - stabilita con decreto del governo Sanchez del 29 marzo - prevede misure stringenti sui posti di lavoro: distanziamento, uso di disinfettanti e mascherine, controlli nelle strade, la distribuzione gratuita di 10 milioni di mascherine sui mezzi pubblici a chi non può andare al lavoro sui mezzi privati e la pubblicazione di un decalogo di comportamenti igienico-sanitari corretti.

Resta confermato invece fino al 25 aprile il confinamento a casa del resto della popolazione e delle categorie vulnerabili.

Nel Paese nella giornata di ieri si sono registrati 619 decessi, per un totale di 17mila vittime del Covid-19.

(Unioneonline/F)
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