Niente mascherine sui mezzi pubblici né Green pass per accedere ai ristoranti. Addio al distanziamento e via libera alle strette di mano.

Si respira un’aria identica a quella dei tempi pre-pandemia a Copenaghen, in occasione del “giorno della libertà” danese, quello in cui cadono tutte le residue restrizioni anti-Covid, comprese quelle misure precauzionali come distanziamento e mascherine.

Ad aprile la Danimarca è stata la prima nazione europea ad introdurre l’obbligo del Covid pass per avere accesso a locali, musei, teatri. Da oggi, anche qui in anticipo su tutti, la certificazione è già un ricordo. Non serve neanche per entrare nelle discoteche o negli stadi, riaperti dopo le tante limitazioni già revocate dal governo guidato dalla socialdemocratica Mette Frederiksen.

"Il Covid non è più una minaccia grave e la pandemia è sotto controllo”, hanno detto le autorità, giustificando la decisione con il successo del piano vaccinale, con il 75% degli over 12 che ha completato il ciclo.

L'allerta tuttavia, ammonisce Hans Jorn Jepsen Kolmos, professore di microbiologia all'Università di Copenhagen, non può dirsi del tutto superata neanche qui. "Il coronavirus è ancora con noi - le sue parole - ma abbiamo ridotto il problema a un livello gestibile, come una malattia normale, senza troppi disagi al momento per la vita di tutti i giorni".

Nonostante una media settimanale di 580 nuovi casi al giorno i ricoveri sono ora molto bassi nel Paese e i decessi quasi azzerati: i contagi in rapporto alla popolazione sono nettamente inferiori rispetto allo stesso Regno Unito, che con un'analoga quota di vaccinazioni ha riaperto tutto un mese e mezzo fa. "

"Adesso i contagi prosperano soprattutto tra i nostri giovani - spiega l'accademico -, che però non si ammalano. Da un punto di vista clinico possiamo resistere, il sistema ospedaliero non sta più registrando particolari problemi e la sfida attuale è tenere alto il livello d'immunizzazione fra gli anziani e chi soffre malattie croniche".

L’obiettivo è infatti garantire la prima dose al 90% della popolazione over 12 entro ottobre e dare il via a un terzo richiamo ai più vulnerabili.

"Oggi è una giornata importante, che ci dà fiducia e conferma la correttezza della linea che abbiamo adottato - chiosa Flemming Konradsen, consulente dell'ente sanitario che affianca il governo nella gestione pandemica -; ma che ci lascia preparati, politicamente e a livello di opinione pubblica, ad accettare lo scenario di nuove restrizioni, se mai ce ne sarà bisogno".

(Unioneonline/L)

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