L'Onu ha pubblicato una lista di 112 società che svolgono attività nelle colonie israeliane in Cisgiordania, considerate illegali perché create occupando zone palestinesi.

La lista, che si trova in un rapporto del commissario Onu per i diritti umani Michelle Bachelet, comprende anche società come Airbnb, Expedia e TripAdvisor.

Durissimo attacco di Tel Aviv, che con il ministro degli Esteri Israel Katz parla di "vergognosa resa alle pressioni di Paesi e organizzazioni intenzionate a colpire Israele". Tuttavia, ha aggiunto Katz, "la maggior parte delle nazioni del mondo non si è unita a questa campagna di pressione politica, non accetteremo politiche discriminatorie".

"La decisione di continuare sulla linea anti-Israele - continua Katz - è una macchia per la Commissione, e si ripercuoterà sulle nostre relazioni con la stessa".

Al contrario, parla di "vittoria del diritto internazionale e degli sforzi diplomatici volti a prosciugare le risorse del sistema coloniale rappresentato dagli insediamenti illegali nei territori palestinesi" il ministro degli Esteri palestinese Riad al Maliki, che fa un appello ai Paesi membri della Commissione "affinché esaminino quella lista e diano istruzione alle società menzionate di cessare immediatamente le loro attività in insediamenti che violano il diritto internazionale".

Michelle Bachelet si difende così, con poche parole: "So che questo è un tema altamente controverso, ma il rapporto è basato sui fatti".

Della black list di 112 aziende, 94 sono israeliane, 18 sono domiciliate in altri sei Stati (Francia, Gran Bretagna, Olanda, Usa, Thailandia e Lussemburgo).

(Unioneonline/L)
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