Ci sono "probabilità molto alte" che l'attacco avvenuto lo scorso fine settimana a due impianti di raffinazione del petrolio Aramco in Arabia Saudita sia stato lanciato con missili cruise da una base in Iran, vicino al confine con l'Iraq.

Lo hanno stabilito gli investigatori americani e sauditi, secondo quanto riporta la Cnn che cita fonti vicine alle indagini.

L'attacco, scrive la Cnn, ha coinvolto missili cruise che volano a bassa quota, secondo quanto riferito dalla fonte, e la loro traiettoria proveniva dal nord del complesso saudita di Abqaiq, che è stato colpito da più di una dozzina di missili nelle prime ore di sabato mattina. La fonte, aggiunge la Cnn, esclude che i missili provenissero da una zona meridionale e soprattutto da uno stato così lontano come lo Yemen.

Intanto il presidente americano Donald Trump minaccia ritorsioni su Teheran.

L'attacco ha portato a un aumento del prezzo del greggio del 20%, come non succedeva da quasi 30 anni, dalla guerra del Golfo.

LA REPLICA IRANIANA - L'Iran continua a respingere "categoricamente" ogni accusa, anche se non è da escludere che l'attacco possa essere stato ideato dall'ala più conservatrice, contraria al dialogo con Trump. I segnali che arrivano da Teheran sono contrastanti: oggi i pasdaran hanno sequestrato nello stretto di Hormuz una nave sospettata di contrabbandare gasolio verso gli Emirati Arabi Uniti, ma nello stesso tempo è stato annunciato che la petroliera britannica Stena Impero, sequestrata a luglio, sarà rilasciata "a giorni".

(Unioneonline/F)
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