L'arresto di Ahed Tamimi, la sedicenne palestinese che ha schiaffeggiato un soldato israeliano
Il caso di Ahed Tamimi, la sedicenne palestinese arrestata dopo aver filmato lo scontro con un soldato israeliano nel cortile di casa sua, sta diventando un caso politico e riaprendo il dibattito intorno al tema dei territori occupati in Cisgiordania.
E ora per la giovane pasionaria della causa palestinese, come è stata definita da parte della stampa internazionale, si prospetta una condanna piuttosto severa da scontare nel carcere di Ofer, anche se il suo non è il primo caso di minore agli arresti per reati simili.
Mentre i media di tutto il mondo si interrogano sulla legittimità della detenzione e sul trattamento giudiziario dei minorenni da parte della giustizia israeliana, il video di Ahed che litiga con il soldato israeliano e lo schiaffeggia sta diventando virale.
Da parte israeliana si giustifica l'arresto e il procedimento giudiziario sottolineando il fatto che Ahed come altri membri della sua famiglia non sono nuovi a episodi di provocazione e aggressione contro le forze israeliane: il padre è un noto attivista di Nabi Saleh, a nord di Ramallah, e su youtube ci sono altri video della figlia che fin da bambina si scontra ripetutamente con i militari israeliani.
Ma sul fronte opposto la sedicenne dalla folta chioma bionda, occhi azzurri e carnagione pallida, più simile a tante coetanee israeliane che palestinesi, è diventata un simbolo eroico della resistenza contro Israele ed è in corso una campagna per il suo rilascio.
L'ennesima miccia che rischia di far esplodere la tensione nell'area, dopo le polemiche suscitate dal presidente americano Trump su Gerusalemme capitale e l'annuncio da parte del premier israeliano Benjamin Netanyahu di voler annettere gli insediamenti in Cisgiordania.
Barbara Miccolupi
(Unioneonline)