L’ufficio del primo ministro israeliano ha già ricevuto la lista di ostaggi che dovrebbero essere rilasciati oggi da Hamas. La tregua insomma sembra reggere, con gli accordi che vengono rispettati.

Ieri sera Israele, dal canto suo, ha annunciato il rilascio di 39 detenuti palestinesi.

In quelle stesse ore si è temuto che tutto andasse in fumo ma grazie alla mediazione di Qatar ed Egitto la situazione si è sbloccata.

Tredici israeliani sono stati liberati e consegnati alla Croce Rossa insieme a quattro cittadini thailandesi dopo ore di incertezza e di angoscia per i parenti in attesa. Subito dopo il passaggio del valico di Rafah e l'entrata in Egitto dove sono stati presi in consegna dalle forze speciali dell'Esercito e dalle forze di sicurezza israeliane che li hanno trasferiti in territorio israeliano. Lì sono stati sottoposti a un primo controllo medico.

In contemporanea è iniziata la liberazione dei 39 detenuti palestinesi dal carcere di Ofer. I 13 ostaggi israeliani sono tutti del kibbutz Beeri, uno dei più colpiti lo scorso 7 ottobre. Sono Emily Hand (9), Hila Rotem (13), Maya Regev (21), Noam e Alma Or, fratello e sorella (17 e 13), Shiri e Noga Weiss, madre e figlia (53 e 18), Sharon e Noam Avigdori, madre e figlia (52 e 12), Shoshan Haran (67), Adi, Yahel e Neveh Shoham (38, 3 e 8). A ritardare il rilascio era stata Hamas che l'aveva motivato con il fatto che "Israele non ha attuato gli elementi dell'intesa". Una accusa rigettata in toto da Israele che aveva minacciato "la ripresa dei combattimenti dalle 24 di stasera se gli ostaggi non saranno liberati". Lo stop all'accordo è arrivato dalle Brigate al Qassam, l'ala militare di Hamas, che ha messo nel mirino il mancato rispetto "dell'accordo sull'ingresso di camion umanitari nel nord della Striscia di Gaza e il mancato rispetto degli standard concordati per il rilascio dei prigionieri". La contestazione di Hamas, secondo quanto si è appreso, si riferiva ai nomi e all'ordine temporale con il quale Israele ha scadenzato la liberazione dei detenuti palestinesi.

Egitto e Qatar si sono attivati per calmare le acque e andare avanti con gli accordi.

(Unioneonline/s.s.)

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