Il parlamento di Israele ha approvato la legge che retroattivamente legalizza circa 4.000 abitazioni di coloni costruite su terra palestinese di proprietà privata nella Cisgiordania occupata.

La legge è stata condannata dai palestinesi che la considerano un colpo alle proprie speranze, la sua approvazione è simbolica soprattutto perché contravviene alle sentenze della Corte Suprema israeliana sul diritto di proprietà.

Il procuratore generale di Israele l'ha definita incostituzionale.

La legge, approvata con 60 voti a favore e 52 contrari, è stata sostenuta dalla destra della coalizione del primo ministro Benjamin Netanyahu, ma ha sollevato tensioni nel governo.

Fonti hanno riferito che Netanyahu è preoccupato dal fatto che la legge potrebbe fornire motivo di accusa da parte della Corte penale internazionale dell'Aia.

Intanto il premier israeliano ha causato l'ira dell'Onu, espressa dall'inviato per il processo di pace in Medio Oriente Nicolay Mladenov.

"Con la regolarizzazione degli insediamenti costruiti su terreni privati palestinesi Israele ha superato una grossa linea rossa, stabilendo un precedente molto pericoloso", ha affermato Mladenov, sottolineando come questa sia "la prima volta che il Parlamento israeliano legifera su terre palestinesi in tema di proprietà".
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