Imponenti manifestazioni in Polonia, dove ieri centinaia di migliaia di persone hanno riempito le piazze di diverse città perché non vogliono sentir neanche parlare di un’uscita dall’Unione europea.

I manifestanti (a Varsavia erano oltre 100mila) hanno protestato contro la brusca virata nazionalista impressa dalla Corte Costituzionale e cavalcata dal governo ultraconservatore, sempre più in rotta di collisione con Bruxelles.

A Varsavia negli ultimi giorni l'atmosfera è diventata elettrica dopo la sentenza senza precedenti dell'Alta Corte, che ha sancito il primato delle leggi polacche su quelle comunitarie. Lo schiaffo ai trattati ha provocato la reazione preoccupata della Commissione, esacerbando lo scontro sullo stato di diritto con i populisti che governano la Polonia dal 2015.

Il primo ministro Mateusz Morawiecki ha affermato che "il ruolo dell'Ue è sostenere lo sviluppo dei Paesi, non di imporre idee contrarie alla loro storia e identità e soluzioni legali incompatibili con il loro ordinamento giuridico". Questa volta però l'opposizione ha deciso di dare un segnale chiamando i cittadini europeisti a manifestare contro la deriva sovranista.

"Io resto nell'Ue", è stato uno dei principali slogan scanditi nelle piazze gremite di Varsavia e di 120 altre città. "Vogliamo una Polonia indipendente, europea, democratica, rispettosa della legge e giusta. Questi principi sono oggi schiacciati da un potere privo di coscienza e moralità", ha scandito il promotore dell'iniziativa Donald Tusk. "Vogliono uscire dall'Ue, violare i diritti dei cittadini", è stato il duro atto d'accusa dell'ex presidente del Consiglio europeo e leader di Piattaforma Civica nei confronti del governo del partito Diritto e Giustizia, espressione del potente leader sovranista Jarosław Kaczynski.

Secondo i sondaggi l’80% dei cittadini polacchi vuole restare nell’Unione europea.

(Unioneonline/L)

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