Un trionfo annunciato quello di Aleksandar Vucic in Serbia, dove si è votato ieri in contemporanea per le parlamentari anticipate, le presidenziali e le amministrative in 14 Comuni, compresa la capitale Belgrado.

I primi dati ufficiali diffusi dalla commissione elettorale, seppur ancora molto parziali, indicano il successo indubbio di Vucic, anche intorno al 70% per le presidenziali, e al 53% per il suo Partito del progresso serbo (Sns, conservatore) nelle legislative.

A confermarlo anche proiezioni dei due Istituti di ricerche demoscopiche Ipsos e CeSID, che danno il partito di Vucic in testa anche a Belgrado.

Vucic avviato a vincere, dunque, per la seconda volta le presidenziali, mentre l'Sns continuerà a essere la forza di maggioranza di governo per la prossima legislatura.

La consultazione è stata caratterizzata da una forte ripresa dell'affluenza, che dovrebbe attestarsi intorno al 60%, dieci punti circa in più rispetto alle ultime legislative del giugno 2020.

"Pace. Stabilità. Vucic”: è stato questo lo slogan della campagna elettorale del presidente uscente, svoltasi all'ombra della guerra in Ucraina e con gli alti e bassi della pandemia indebolita ma non ancora debellata. Una campagna che aveva inizialmente come temi dominanti la lotta a corruzione e criminalità, il rafforzamento dei diritti democratici e la difesa dell'ambiente, temi che sono rimasti ai margini, sopraffatti dall'incombere della guerra e dal posizionamento della Serbia sul conflitto armato nell'Ucraina non così lontana.

E le nuove tensioni emerse con l'intervento armato russo, insieme ai timori per il possibile estendersi di instabilità e minacce anche ai Balcani, hanno dato ulteriore motivazione e slancio alla campagna di Vucic che, oltre a martellare sui grandi risultati economici e di modernizzazione del Paese ottenuti dalla sua gestione negli ultimi dieci anni, si è posto come l'unico e vero leader politico in grado di mantenere la barra dritta e garantire pace e stabilità non solo alla Serbia ma all'intera regione.

Il voto è stato monitorato da gruppi di osservatori di Osce, Consiglio d'Europa e Parlamento europeo. Irregolarità e incidenti di vario genere, seppur non di grande rilievo, sono stati segnalati in alcuni seggi in giro per il paese. 

(Unioneonline/v.l.)

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