«Non ho intenzione di scappare». Lo ha ribadito ieri, durante un colloquio con Paolo Ciani, segretario di Demos, nel carcere di massima sicurezza di Budapest, Ilaria Salis, la 39enne di origine sarda detenuta da circa un anno.

«Spero di ottenere gli arresti domiciliari anche qui a Budapest perché possa essere una tappa che mi consenta di essere trasferita in Italia» è il senso delle affermazioni riportate dal Messaggero e dalla Stampa. «Non penso sia giusto chiamare in causa il pericolo di fuga - assicura Salis -, perché sono una persona con una famiglia, un compagno, un lavoro. Non ho intenzione di scappare». «Mi hanno detto – ha confidato a Ciani - che qui vicino è comparso un murale che mi ha molto colpito negativamente. Spero qui si possa avere un processo giusto».

Salis divide la cella con altre sette detenute e nella stanza dei colloqui ha potuto incontrare per un’ora Paolo Ciani. Si è presentata senza catene ma scortata. «Le ho spiegato che sono andato a trovarla in quanto parlamentare che rappresenta la Nazione - racconta Ciani - Lei mi ha detto: “Mi raccomando onorevole, continui ad occuparsi di me”. Io l'ho sentito come un appello all'Italia».

«Ilaria ha testimoniato una grande sofferenza dopo un anno in cella - riferisce Ciani -. Soprattutto relativamente ai primi mesi in isolamento». Negli ultimi mesi ci sono stati miglioramenti. Ma pochi: «Ad esempio - spiega il parlamentare - mi ha detto che hanno aggiustato una finestra. Solo piccole cose, ma ha notato un miglioramento». Ilaria guarda avanti: «Aveva voglia di parlare dell'oggi e del domani, ma nel colloquio è venuto fuori anche l'anno trascorso. Mi ha detto che il suo desiderio è di avere i domiciliari in Italia, ma ha capito che il percorso possono essere i domiciliari qui a Budapest, quindi spera di poter accedere il più presto possibile a questa misura. Il tema è dove. Per questo i genitori avevano già degli appuntamenti per cercare un appartamento in affitto a Budapest». E poi il timore per quel che succederà in tribunale: «Un'altra preoccupazione di Ilaria Salis è avere un processo equo, perché si parla di pene che possono andare dai 2 ai 24 anni».

(Unioneonline/s.s.)

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