Il ricatto dei talebani: “Prima dovete riconoscerci, poi parleremo di diritti”
Le minacce dei mullah dopo le accuse sulla condizione delle donne
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Fino a quando la comunità internazionale continuerà a “non riconoscere” la legittimità del loro governo in Afghanistan, non verranno affrontate le questioni legate “ai diritti umani, a partire da quelli delle donne”. È la presa di posizione, in veste di "ricatto”, da parte dei talebani e che arriva da Kabul dove si prepara la cerimonia inaugurale, rinviata più volte, dell’esecutivo ad interim.
"Finché non verremmo riconosciuti" e i Paesi stranieri "continueranno a criticarci sui diritti umani, lo considereremo un approccio unilaterale. Sarebbe opportuno che ci trattassero responsabilmente e riconoscessero il nostro governo attuale come amministrazione" rilanciano i mullah. "Solo dopo potranno condividere ufficialmente le loro preoccupazioni con noi e noi le affronteremo", ha detto parlando a Tolo News Zabihullah Mujahid, portavoce dell'autoproclamato Emirato islamico d'Afghanistan e viceministro dell'Informazione e della Cultura del governo dei sedicenti studenti coranici.
Anche ieri il capo della delegazione Ue in Afghanistan, l'ambasciatore Andreas Von Brandt, si è detto molto preoccupato per i diritti delle donne in occasione della riapertura delle scuole e della ripresa delle lezioni ma solo per studenti e docenti maschi.
(Unioneonline/s.s.)