In Spagna una viceministra e il presidente della società pubblica che gestisce il servizio ferroviario (Renfe) sono stati costretti alle dimissioni per aver ordinato decine di treni troppo grossi per passare nelle gallerie in cui avrebbero dovuto essere utilizzati.

Uno spreco di quasi 260 milioni di euro che non è stato perdonato a Isabel Pardo de Vera, la viceministra dei Trasporti, e Isaias Taboas, il presidente di Renfe.

I convogli ordinati avrebbero dovuto operare nelle Asturie e nella Cantabria, territori montani dove le gallerie ferroviarie – realizzate nell’Ottocento – sono più strette degli standard attuali.

Nel 2020 Renfe ha deciso di acquistare 31 treni per una spesa da 258 milioni di euro: ordine commissionato all’azienda CAF, che si è resa conta degli errori fatti in fase di progettazione. In soldoni, erano state fornite delle specifiche tecniche errate e i convogli erano più grandi rispetto ai tunnel ferroviari. Quando la notizia è stata diffusa, lo scorso gennaio, ha dato vita a polemiche che hanno costretto alle dimissioni.

L’errore, spiega il governo, è stato rilevato in tempo per evitare che i treni fossero costruiti e dunque non è stato sprecato denaro pubblico. Ma ha provocato ritardi, la consegna dei primi treni avverrà nel 2026, due anni dopo rispetto a quanto previsto.

(Unioneonline/L)

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