Il portavoce delle brigate al Qassam (ala militare di Hamas) Abu Ubaida ha affermato che i bombardamenti israeliani a Gaza hanno causato finora la morte di 22 ostaggi sequestrati il 7 ottobre da Hamas. «La brutale aggressione sionista contro case e abitazioni ha portato finora alla perdita della vita di 22 prigionieri sionisti». In totale gli ostaggi, fa sapere Hamas, sono 250.

«Duecentro sono in mano di Hamas e altri 50 in mano di fazioni della resistenza e in altre parti», spiega lo stesso Abu Ubaida, aggiungendo che i cittadini stranieri «sono nostri ospiti e saranno rilasciati quando le condizioni sul campo lo permetteranno».

Hamas stasera ha anche diffuso il video di un ostaggio, si tratta di una ragazza israeliana: «Mi chiamo Maya Sham, ho 21 anni e sono di Shoham. In questo momento sono a Gaza. Sabato mattina presto stavo tornando da una festa nell'area di Sderot. Sono stata gravemente ferita alla mano. Mi hanno portato a Gaza e mi hanno portato all'ospedale per tre ore. Si sono presi cura di me, fornendomi farmaci. Vi chiedo solo di riportarmi a casa il più presto possibile dalla mia famiglia, dai miei genitori, dai miei fratelli. Per favore, fatemi uscire di qui il più presto possibile», dice.

Il portavoce militare di Tel Aviv Daniel Hagari afferma che per la loro salvezza Israele sta facendo «uno sforzo nazionale di priorità suprema» anche attraverso l’intelligence. Proprio ieri il premier Benyamin Netanyahu aveva parlato con le famiglie delle persone catturate, assicurando che la salvezza dei loro cari è uno degli obiettivi prioritari della guerra. 

Missili di Hamas continuano a raggiungere il territorio israeliano: oggi il segretario di Stato Usa Antony Blinken e Netanyahu si sono rifugiati in un bunker per circa cinque minuti dopo che le sirene per l'allarme aereo hanno riecheggiato a Tel Aviv mentre era in corso una riunione fra i due. 

Ma anche l’aviazione israeliana sta continuando a martellare senza sosta l'enclave palestinese e sostiene di aver ucciso il capo dell'intelligence generale di Hamas a Khan Younis, nel sud della Striscia. «Stiamo gettando le basi per manovre di terra quanto più efficaci possibili», ha avvertito il comandante dell'aviazione generale Tomer Bar. Ma l'annunciata invasione israeliana di Gaza, con le truppe schierate al confine e i tank già in posizione, rischia di portare a una escalation del conflitto in tutto il Medioriente.

Soprattutto con il potente Iran, da cui partono continue minacce a Israele. In un colloquio telefonico oggi con il presidente russo Vladimir Putin, il presidente iraniano Ebrahim Raisi ha avvertito che «l'assedio in corso, l'uccisione di donne e bambini e l'attacco di terra alla Striscia di Gaza» porteranno a «una lunga guerra su diversi fronti», ha scritto su X Mohammad Jamshedi, vice capo di gabinetto della presidenza iraniana. Hamas, ha aggiunto il portavoce del ministro degli Esteri iraniano Nasser Kanaani, rilascerà gli ostaggi, ma solo se Israele metterà fine agli attacchi sulla Striscia.

«Gli sviluppi a Gaza – ha proseguito il portavoce – hanno tracciato una linea che annulla il processo per la normalizzazione delle relazioni» con Israele portato avanti da alcuni Paesi arabi. «Alcuni Paesi regionali, che per errore hanno creduto che avrebbero potuto fornire sicurezza alla luce della normalizzazione dei rapporti con Israele, ora hanno capito che i sionisti non sono nemmeno in grado di provvedere alla loro stessa sicurezza», ha detto il funzionario della Repubblica islamica. «Siamo preoccupati rispetto all'allargamento della crisi e riteniamo che fino a quando l'occupazione israeliana delle terre palestinesi continuerà, nella regione ci saranno tensione e insicurezza».

«La minaccia è reale – ha commentato Jake Sullivan, consigliere per la sicurezza nazionale Usa, in un’intervista alla Cbs – C’è il rischio di escalation di questo conflitto, dell’apertura di un secondo fronte nel nord e ovviamente del coinvolgimento dell’Iran. Dobbiamo prepararci a ogni evenienza».

(Unioneonline/D)

© Riproduzione riservata