Sul caos in Venezuela serve "chiarezza su una linea condivisa con tutti i nostri alleati e i nostri partner l'Ue"; "non ci può essere incertezza né esitazione" perché la scelta è tra "la volontà popolare e la richiesta di autentica democrazia da un lato e dall'altro la violenza della forza".

Lo ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, intervenendo sulla questione alla inaugurazione del centro rifugiati Astalli a Roma.

Lo Stato sudamericano sta vivendo una profonda crisi politica dopo l'autoproclamazione di Juan Guaidò a presidente ad interim, in contrapposizione con Nicolas Maduro e il riconoscimento dell'oppositore da parte di alcuni Paesi dell'Unione europea, tra cui Francia, Germania, Spagna, Austria, Gran Bretagna e Svezia.

Continua invece a rimanere ambigua la posizione del governo Conte, spaccato tra la Lega - che vorrebbe seguire le ombre degli Stati europei - e il Movimento 5 Stelle, che sostiene la linea "né con Maduro né con Guaidò", ribadita oggi in un post su Facebook da Alessandro Di Battista.

"Ci vuole coraggio a mantenere una posizione neutrale in questo momento, lo so. L'Italia non è abituata a farlo", ha scritto l'esponente grillino.

Il capo di Stato ha poi ricordato il legame "strettissimo" con il Venezuela "per i tanti italiani che vivono lì e per i tanti venezuelani di origine italiana".

"Grazie al presidente italiano Mattarella, che ha risposto all'appello che gli hanno fatto gli italo-venezuelani sabato a Caracas", ha commentato su Ttwitter Angelo Palmeri, segretario di Nuevo Tiempo, uno dei partiti della coalizione che sostiene Giadò.

Dalla parte del presidente dell'Assemblea nazionale si è schierato anche il presidente della Regione Francesco Pigliaru.

Il governatore dell'Isola condivide un tweet di Matteo Renzi ("Penso che verrà presto il giorno in cui Conte, Moavero, Salvini e Di Maio si vergogneranno per essere stati dalla parte sbagliata della storia. Io sto con i nostri connazionali, contro la dittatura e per la libertà") e aggiunge: "Anche io sto con gli italo-venezuelani, contro Maduro".

Intanto il leader chavista continua a rifiutare l'ipotesi di elezioni presidenziali, dopo l'ultimatum dei sette Paesi che hanno riconosciuto Guaidò.

(Unioneonline/F)
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