Rapita per essere violentata e poi lasciata morire in un campo.

È l'infame e tragico destino di Laura Luelmo, insegnante spagnola di 26 anni, trovata senza vita lo scorso 17 dicembre e El Campillo, nella regione dell'Andalusia.

Ora la polizia iberica ha arrestato il presunto responsabile: si tratta di un 50enne, Bernardo Montoya, già noto alle forze dell'ordine per aver scontato 22 anni di carcere per l'omicidio di un'anziana.

Secondo quanto riferito dai media locali, la giovane professoressa era arrivata al Sud per una supplenza (insegnava disegno) da Zamora, città della Spagna settentrionale.

A El Campillo aveva preso casa accanto a Montoya, che, così aveva raccontato lei stessa al fidanzato nel corso di una delle ultime telefonate, "la guardava in maniera strana".

Il 12 dicembre di Laura, uscita attorno alle 16 per fare jogging, si erano poi perse le tracce.

La polizia a El Campillo (Ansa)
La polizia a El Campillo (Ansa)
La polizia a El Campillo (Ansa)

Dopo 5 giorni di ricerche, era stato rinvenuto il cadavere, in una zona di campagna, parzialmente denudato e con diverse ferite.

Le successive indagini hanno portato al 50enne (che tra l'altro, ha un fratello gemello, anch'esso finito in cella per l'omicidio di una donna).

A portare la Guardia civil sulle sue tracce è stato proprio il fidanzato della giovane, che ha raccontato delle strane attenzioni del vicino nei confronti della 26enne.

Nei primi interrogatori Montoya ha confessato, ammettendo di averla tramortita sbattendole la testa contro la portiera della sua auto, per poi caricarla nel bagagliaio e condurla in una zona fuori città. Qui avrebbe provato a violentarla senza riuscirci. Infine, così com'era, lega e ferita, l'avrebbe abbandonata. E in quel campo la povera Laura è rimasta per 72 ore, finché è sopraggiunta la morte.

Una storia atroce, che ha choccato l'opinione pubblica della Spagna, innescando molteplici manifestazioni e iniziative contro il femminicidio.

(Unioneonline/l.f.)
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