Si chiama D28, ed è il gigantesco iceberg che si è staccato dalla calotta polare Amery, in Antartide, osservato da satelliti europei e Usa giovedì scorso.

Caratterizzato da una superficie di 1636 kmq, più di una grande metropoli come Sydney, e uno spessore di circa 210 metri, si trova fra due stazioni di ricerca australiane, e il distacco potrebbe causare con il suo movimenti alcune difficoltà per la navigazione e le operazioni di rifornimento delle due basi.

"Non crediamo che questo evento sia legato al cambiamento climatico", spiegano dallo Scripps Institute

of Oceanography. Il distacco, sempre secondo l'Istituto, sarebbe "parte del normale ciclo della calotta

polare in cui si osservano eventi maggiori di distacco ogni 60-70 anni". E questo perché le calotte polari "devono perdere massa perché guadagnano massa e devono restare delle stesse dimensioni".

L'iceberg non avrà impatto sui livelli marini poiché già galleggiava, spiega il glaciologo della Divisione Antartica Ben Galton-Fenzi. "Sarà tuttavia interessante vedere come la perdita di questa massa di ghiaccio avrà effetto sullo scioglimento sotto la calotta polare e sui tempi con cui il ghiaccio si stacca dal continente", aggiunge.

(Unioneonline/v.l.)
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