Installati lo scorso 14 luglio agli ingressi della Spianta delle Moschee, a Gerusalemme, erano stati il "casus belli" che ha scatenato i disordini dei giorni scorsi, non solo in città ma anche in Cisgiordania.

Disordini che hanno provocato vittime e alzato in maniera esponenziale la tensione nell'area.

Ora i metal detector sono stati rimossi per decisione del governo israeliano.

Un passo indietro ordinato dopo la riunione dell'esecutivo guidato da Benjamin Netanyahu.

Il bilancio, fin qui, è stato di cinque palestinesi uccisi tra venerdì e sabato, oltre all'accoltellamento di tre coloni israeliani vicino a Ramallah.

Ieri anche l'Onu era intervenuta sulla questione, dicendo come fosse "estremamente importante che una soluzione alla crisi attuale venga trovata entro venerdì".

Parole dell'inviato delle Nazioni Unite per il Medioriente, Nickolay Mladenov, con riferimento alle misure di sicurezza per la spianata delle Moschee a Gerusalemme decise da Israele all'indomani dell'uccisione di due poliziotti il 14 luglio scorso.

La crisi, secondo Mladenov, potrebbe portare a "costi catastrofici ben al di là dei confini della Città vecchia".

(Redazione Online/m.c.)

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