Il "trasferimento" della capitale di Israele da Tel Aviv a Gerusalemme non è ancora una proposta formalizzata dal presidente americano Donald Trump, ma già ha creato tensioni all'interno della Lega Araba.

La Città Santa è il luogo dove il decennale conflitto tra israeliani e palestinesi trova il suo apice: entrambe le parti la rivendicano come propria capitale e, in assenza di un accordo, è stata letteralmente spartita con conseguenti dispute e violenze per il controllo di quartieri, confini territoriali e persino monumenti religiosi.

Per l'Egitto, riconoscere Gerusalemme come capitale dello Stato ebraico produrrebbe effetti negativi sugli sforzi diplomatici in atto per riprendere il processo di pace.

"Lo status legale di Gerusalemme e il suo status religioso e storico fanno sì che sia necessario affrontare con cautela questa questione, che ha anche a che fare con l'identità del popolo palestinese e lo status di Gerusalemme tra i popoli arabi e musulmani'', ha detto il ministro degli Esteri egiziano, Sameh Shoukry.

La questione, ha proseguito Shoukry, va gestita ''con la saggezza necessaria''.

Stesso rischio di ''conseguenze pericolose'' anche secondo l'omologo della moderata Giordania, Ayman Safadi, che al segretario di Stato Rex Tillerson ha spiegato che una simile dichiarazione accrescerebbe la rabbia del mondo arabo e musulmano.

La Turchia mette in guardia dal rischio di "una grande catastrofe".

Secondo il vice premier e portavoce del governo di Ankara Bekir Bozdag, la mossa "metterebbe fine al processo di pace".

MACRON CHIAMA TRUMP - Sul fronte europeo si è detto "molto preoccupato" il presidente francese Emmanuel Macron, che ha telefonato questa notte al presidente Usa Trump.

"La questione dello status di Gerusalemme - ha detto Macron, stando a quanto reso noto in un comunicato dell'Eliseo - deve avere soluzione nell'ambito dei negoziati di pace tra israeliani e palestinesi".

(Redazione Online/D)

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