Ancora due giorni di viaggio, poi la loro fuga dall’Ucraina finirà in Sardegna. Sono Riccardo, 41enne sardo, la moglie Iryna e il loro figlioletto che ha poco più di un anno. E proprio per salvare il bimbo i genitori hanno deciso ieri di partire in tutta fretta e salire su un aereo prima dell’invasione di Mosca. Dopo aver lasciato la loro casa di Kharkiv, vicino al confine russo e quindi ormai sotto assedio, hanno infilato poche cose in valigia e sono andati via. Prima tappa la Polonia, poi Roma e tra due giorni arriveranno in Sardegna dove vivono i parenti di Riccardo.

"Siamo fuggiti dai russi perché ci sarà un genocidio e Putin lo ha detto in modo esplicito: per lui 'gli ucraini non esistono' e la sua intenzione è quella di 'russificare' l'Ucraina", dice il 41enne, che lavora in un ufficio legale di una multinazionale. Era il 2018 quando aveva raggiunto la sua Iryna – docente universitaria - a Kiev, per sposarsi e costruire una nuova famiglia. 

“Ci ha salvati il nostro bambino, è per preservare lui che ce ne siamo andati, altrimenti saremmo rimasti, magari solo qualche giorno in più e sarebbe stato troppo tardi", ricorda l’uomo. In Ucraina hanno lasciato i parenti di Iryna. "Sono chiusi in casa a Kiev, sono bloccati lì. Per fortuna internet funziona ancora e riusciamo a parlarci. In molti stanno cercando di scappare verso la Polonia, ma ci sono file di auto in uscita dalle città ovunque, è quasi impossibile". E anche "i nostri amici sono rimasti là - continua - una coppia, un'italiana e un ucraino, come noi, avevano deciso di partire nel fine settimana e non hanno avuto il tempo, ma nessuno poteva pensare che i russi sarebbero entrati così presto".

Riccardo pensa che mai riusciranno a tornare a casa: “È finita, ci sarà un genocidio”.

(Unioneonline/s.s.)

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