Per il quarto anno consecutivo, il World Happiness Report ha decretato la Finlandia Paese più felice del mondo. Ci siamo mai chiesti cos'è esattamente la "felicità"? Potremmo tentare di definirla in centinaia di locuzioni diverse, ma ne mancherebbe sempre una, quella introvabile. Forse aveva ragione quel poeta che asseriva quanto tale sostantivo femminile fosse rappresentato dalla visione del cielo stellato, in una notte sgombra di nebbia e nubi.

Su quali presupposti si basa questa ormai ripetuta perseveranza? Il primo aspetto è la credibilità di tutte le classifiche che si occupano del "carattere" di una popolazione. Come reagisce l'individuo medio? Col fare spallucce, in generale, anche nel caso non sia mai stato nel Paese considerato. Con un'eccezione, che noi sardi ben conosciamo: se la nostra Isola fosse premiata come la più bella del pianeta, reagiremmo con entusiasmo e approvazione. Un sassolino nelle scarpe da eliminare: spesso molti corregionali residenti nel luogo nativo definiscono "traditori" coloro che per un qualsivoglia motivo vanno a stabilirsi fuori dalla Sardegna: ignoranza allo stato puro.

Andai per la prima volta nella Terra dei migliaia di laghi (impossibile selezionarli tutti) da studente poco più che ventenne. In seguito, costanti ritorni, conoscenza oltre il circolo polare artico dell'anima gemella, successivo matrimonio della durata di tre minuti in quelle lande (il sottoscritto sarebbe impazzito di fronte agli ossessivi convenevoli vigenti in Italia). In seguito, ad insegnamento ultimato, trasferimento definitivo in quel Nord e rientri periodici in Sardegna.

Ecco: per tentare di capire la Finlandia, bisogna risiederci, e questo vale per tutti gli Stati. Coloro che arrivano come turisti in un Paese estero per alcuni giorni, privati delle osservazioni privilegiate quali il peso della burocrazia e i servizi offerti al cittadino, dovrebbero esimersi dallo stilare frettolosi giudizi. Eppure vi è una costante quasi ineluttabile: se si osserva la classifica dei primi 10, compaiono tutte le democrazie scandinave, ed è il Nord del mondo ad occupare in gran spolvero tali posizioni, quasi che il "freddo", temuto senza alcuna ragione, costituisca e offra viceversa una sorta di "corrispondenza univoca sfociante in una protezione collettiva". Anche lo spalare in continuazione la neve nel periodo invernale, a ben guardare, è sintomo di un aiuto reciproco col famoso "vicino di casa", costituente un saldo rapporto duraturo.

La Finlandia, si potesse definire con un solo vocabolo, è sintetizzabile con la parolina "sisu", presente per esempio nei mezzi di trasporto, alla stregua di un comandamento o carta d'identità; complicato tradurla in italiano: rappresenta un qualcosa significante il non arrendersi, non indietreggiare, sforzarsi oltre ogni limite, non cedere alle difficoltà anche climatiche. E la Storia della Finlandia è sinonimo di forza di volontà. Inevitabile pertanto che gli abitanti rifuggano da ricchezze appariscenti e trovino il culmine della soddisfazione in quella "felicità" da loro agognata.

Mario Sconamila - Finlandia
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