L'udienza al Tribunale della famiglia di Tel Aviv sul caso di Eitan, il piccolo israeliano unico sopravvissuto alla strage del Mottarone, è stata anticipata, dal 29 settembre, a giovedì prossimo 23 settembre. Lo riportano i media locali.

Secondo radio Kan, la signora Biran e cioè la zia paterna del piccolo Eitan - da ieri in Israele - si è rivolta al Procuratore generale Avichai Mandelblit chiedendo di "riavere Eitan al più presto sulla base della Convezione dell'Aja". Aya Biran inoltre si è rivolta alla polizia per essere interrogata. Gli avvocati stanno lavorando alla possibilità che la donna, affidataria della tutela del piccolo Eitan, "possa essere presente all'udienza del 23 settembre" prossimo in Israele, in deroga alle disposizioni attuali sulla quarantena Covid per chi arriva dall'estero.

Nel frattempo, però, arrivano per la prima volta le parole, attraverso un’intervista ripresa oggi dalle agenzie di stampa, di un’altra zia di Eitan: Gali Peleg, sorella della mamma del piccolo Eitan.

"Sono solo concentrata su Eitan adesso. E non bado a tutto quello che avviene intorno", spiega Gali peleg.

La 29enne, che era in silenzio da quando suo padre Shmuel Peleg - infrangendo la legge italiana - è tornato in Israele con il bambino, aggiunge: "Vorrei credere che riusciremo a raggiungere un qualche accordo, un'intesa. Noi siamo pronti a mettere tutto da parte. Vogliamo mostrare loro (ai Biran ndr) che per Eitan è meglio stare qui, come volevano i suoi genitori, che gli hanno sempre detto che a breve sarebbero tornati in Israele".

La zia materna del bambino sottolinea: "Sono concentrata su Eitan adesso. Voglio onorare le volontà di mia sorella adesso, avevamo un patto". Poi aggiunge: "Voglio adottarlo e crescerlo come figlio mio. Mia sorella era anche la mia migliore amica. Eitan è la cosa che più mi importa, l'unica che interessa a me e alla mia famiglia". La zia assicura ancora: "Per lui farò tutto. Faremo tutto". 

(Unioneonline/v.l.)

© Riproduzione riservata