Inquietante retroscena sulla visita di papa Francesco a Stasin, in Slovacchia, lo scorso dicembre.

Lo ha rivelato il Jerusalem Post, secondo cui, mentre il pontefice celebrava la messa nella spianata della Basilica di fronte a 60mila fedeli, alla presenza della presidente Zuzana Caputova, del premier Eduard Heger, nonchè di decine di vescovi e di centinaia di sacerdoti, è spuntato all’improvviso un drone sconosciuto, che poteva rappresentare una “possibile minaccia” per l’incolumità di Bergoglio. 

Accortasi dell’oggetto volante, la polizia locale ha così decretato lo stato di allerta e, grazie ad apparecchiature predisposte dalla azienda israeliana D-Fend, che collaborava appunto con il Jerusalem Post e che è riuscita a prendere il controllo del mini-velivolo, il drone è stato costretto a tornare a terrra, lontano dalla folla dei fedeli.

Non è la prima volta che la presenza di un drone fa scattare l’allerta nel cordone di sicurezza attorno al Papa. Un allarme simile si era registrato anche in Vaticano nell'agosto 2017, in quella che la polizia avrebbe poi definito una semplice "una ragazzata".

(Unioneonline/l.f.)

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