Mentre l’Ucraina brucia, Leopoli – nella zona ovest del Paese, verso la Polonia – “è diventata un grande centro di accoglienza e siamo in tanti impegnati su questo fronte: le nostre giornate iniziano però con le telefonate ai nostri amici e parenti a Kiev e in altre città sotto assedio per sapere se stanno tutti bene e per capire come hanno passato la notte. Poi riprendiamo a fare i volontari nei centri profughi".

Lo racconta Iryna, agente immobiliare ucraina che dopo 17 passati a lavorare a Cagliari è tornata per dare un contributo al suo Paese in guerra.

"Il confine con la Polonia dista solo un'ora e mezza di auto ma in questi giorni per arrivarci ci vogliono anche 48 ore – spiega - siamo diventati nostro malgrado punto di ritrovo e partenza e di fronte al caos totale ci siamo organizzati abbastanza bene, aprendo centri di accoglienza in diverse zone della città, nelle scuole, negli asili e anche in alcuni appartamenti messi a disposizione, con una gestione coordinata dal nostro sindaco".

Centinaia di persone stanno mettendo a disposizione prodotti alimentari o coperte, imprenditori hanno dato attrezzature e apparecchiature, mentre "i maschi assicurano la vigilanza della città". "Le sirene hanno suonato i primi tre giorni dell'attacco e ora la situazione è abbastanza tranquilla ma sta cambiando ogni ora - fa sapere la volontaria - Oggi alcuni negozi e farmacie sono aperte, ma servono medicinali e cibo in scatola. Le ferrovie hanno messo a disposizione treni gratis e sappiamo che la strada verso la Polonia è sicura: ci sono molti posti di blocco presidiati".

(Unioneonline/D)

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