Ha percorso oltre mille chilometri da solo, in fuga dall’Ucraina in guerra. Zainetto rosso sulle spalle, cappellino in testa, passaporto in un sacchetto di plastica in tasca e un numero di telefono sul dorso della mano.

Quando i poliziotti slovacchi lo hanno visto raggiungere la frontiera non credevano ai loro occhi. La storia incredibile vede protagonista un bambino di undici anni, riuscito ad arrivare da Zaporizhzhia, dove pochi giorni fa è stata attaccata dai russi la centrale nucleare, fino al confine slovacco.

(Foto Twitter)
(Foto Twitter)
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A raccontare l'episodio è lo stesso ministero dell'Interno slovacco sui propri profili social, pubblicando anche alcune foto. "I volontari - si legge - si sono volentieri presi cura di lui, lo hanno portato al caldo e gli hanno fornito cibo e bevande". Il piccolo ha conquistato tutti con il suo sorriso "senza paura e e con la determinazione degni di un vero eroe". Dopo averlo accolto, i volontari hanno composto il numero di telefono scritto sul dorso della mano mettendolo in contatto con i "suoi cari che sono venuti a prenderlo".

Una storia che scalda il cuore nel freddo della guerra.

Imbacuccato nel berretto di lana nerazzurro, nel giacchetto blu e nella sciarpa lilla, il bambino ha lasciato i genitori ed è arrivato da solo al confine. La madre lo ha fatto salire sul treno diretto in Slovacchia, come ha raccontato via social la donna, che è vedova e ha altri figli. “Non potevo muovermi, non sto bene e devo badare anche a mia madre disabile”, ha detto. “Sono molto grata che la vita di mio figlio sia stata salvata”.

(Unioneonline/L)

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