Non si ferma il conflitto armato riesploso in Medioriente tra Israele e Hamas.

Sono stati 130 i razzi lanciati dalla notte scorsa da Gaza verso lo Stato ebraico, molti dei quali intercettati dal sistema di difesa Iron Dome prima di centrare gli obiettivi.

Secondo portavoce il militare israeliano una ventina sono invece ricaduti all'interno del territorio della Striscia.

E proseguono anche i raid dell’aviazione e dell’artiglieria di Tel Aviv: l'esercito israeliano ha infatti risposto colpendo oltre 600 obiettivi militari nella zona di Gaza, in particolare un tunnel di Hamas e anche infrastrutture e centri di comando (GUARDA IL VIDEO).

Secondo una stima israeliana, da Gaza in una settimana sono partiti circa 1.500 razzi diretti verso lo Stato ebraico.

Gli scontri - che hanno provocato decine di vittime – non sembrano destinati a fermarsi a breve. “Hamas e la Jihad hanno pagato e pagheranno un prezzo pesante", ha tuonato il premier israeliano Benyamin Netanyahu in diretta tv al termine di consultazioni con lo stato maggiore militare. "Abbiamo colpito centinaia di obiettivi a Gaza, eliminato terroristi, colpite basi di Hamas e torri. Continuaiamo ad attaccare a tutta forza. La campagna militare prenderà tempo, andremo avanti", ha proseguito il primo ministro.

Intanto, la comunità internazionale segue l’evolversi della situazione. Da più parti si chiede il cessate il fuoco, mentre il conflitto resta anche all’ordine del giorno del Consiglio di Sicurezza dell’Onu. 

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