La liberazione di Patrick Zaki è una "questione che riguarda i giudici. In quanto governo non possiamo interferire con il potere giudiziario. Crediamo che il nostro sistema giudiziario sia equo e che i giudici prenderanno la decisione giusta".

Lo ha detto il premier egiziano, Mostafa Madbouly, a margine di un incontro all'Ocse di Parigi, a chi gli chiedeva se l'Italia e l'Europa potessero contare sulla liberazione dello studente dell’Università di Bologna entro la fine dell’anno. Ha inoltre insistito sulla separazione dei poteri.

Alla domanda sui rapporti tra Il Cairo e Roma, Madbouly ha risposto che il nostro Paese è un "buon partner".

Dopo 19 mesi di custodia cautelare in carcere, a metà settembre è iniziato il processo che vede imputato il giovane egiziano. Due sono le udienze svolte fino a oggi. Il processo è stato aggiornato al 7 dicembre.

Rischia fino a cinque anni di carcere per un articolo che ha scritto nel 2019 sulla persecuzione dei cristiani in Egitto.

Il premier egiziano si trova a Parigi per la firma di un nuovo accordo di cooperazione con l'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico.

Assieme al segretario generale dell'Ocse, Matthias Cormann, il premier egiziano, accompagnato da una folta delegazione proveniente da Il Cairo, ha firmato un Memorandum of Understanding per l'avvio di un Programma triennale con l'Organizzazione.

Il programma fornirà informazioni, pratiche e orientamenti per la progettazione e l'attuazione di riforme strutturali in Egitto e per portare l'Egitto verso un più stretto allineamento con gli standard politici dell'Ocse. Nessun riferimento, invece, al rispetto dei diritti umani. 

(Unioneonline/F)

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