Guerra in Ucraina, Zelensky sente Trump: «Proteggeremo i cieli di Kiev»
Parole che sembrano dissipare lo choc dopo l'annuncio del Pentagono di aver bloccato le forniture di munizioniPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Volodymyr Zelensky sente di nuovo Donald Trump. In una chiamata «molto importante e fruttuosa», scrive il leader ucraino su X, «abbiamo parlato delle opportunità nella difesa aerea. E abbiamo concordato di lavorare insieme per rafforzare la protezione dei nostri cieli».
Parole che sembrano dissipare lo shock che ha scosso nei giorni scorsi i palazzi del potere di Kiev per l'annuncio del Pentagono di aver bloccato le forniture all'Ucraina di munizioni e antiaerea americana. Armi ora più che mai necessarie per difendersi dalla Russia, che nel frattempo continua a bombardare a tappeto con un numero record di droni e missili - 550 in una sola notte - ogni centimetro di Ucraina, compresa la capitale avvolta dalle fiamme degli incendi provocati dai raid.
Perché in questa fase la pace non è un'opzione per Mosca: «Raggiungere» gli obiettivi attraverso i canali diplomatici è infatti «impossibile», ha chiarito il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov. Con Trump «abbiamo concordato di organizzare un incontro tra i nostri team per rafforzare le capacità di difesa aerea. Abbiamo discusso approfonditamente della produzione congiunta», ha riferito Zelensky. Un risultato di certo non scontato, dopo lo stop alle forniture militari americane in merito al quale regna la confusione a Washington.
Sembra infatti che la decisione sia stata presa unilateralmente dal segretario alla Difesa Pete Hegseth, afferma Nbc citando alcune fonti secondo le quali la sospensione delle armi ha colto di sorpresa il dipartimento di Stato e il Congresso, mentre un'analisi condotta da alti ufficiali del dipartimento della Difesa rivelerebbe che gli aiuti a Kiev non mettevano a repentaglio le riserve Usa. Secondo Axios, il tycoon ha assicurato all'omologo ucraino che gli Stati Uniti vogliono aiutare Kiev nella difesa aerea.
E in questa direzione va anche la lettura di Giorgia Meloni, che ha rivelato di aver parlato con Trump: «Gli Stati Uniti non hanno interrotto la fornitura di armi e il sostegno all'Ucraina, hanno rivisto la decisione di fornire specifiche componenti». Mentre si attendono sviluppi, la telefonata tra Trump e Zelensky rappresenta comunque un'iniezione di speranza per l'Ucraina, dove ora più che mai il sostegno americano è cruciale, con la tregua che resta lontana: a Donald Trump, «Putin ha ribadito che siamo interessati a raggiungere i nostri obiettivi durante l'operazione militare speciale, ed è preferibile farlo attraverso mezzi politici e diplomatici. Ma finché ciò non sarà possibile, continueremo la nostra operazione militare speciale», è infatti l'orizzonte del conflitto illustrato dal Cremlino. Spiegato quindi l'amaro bilancio del tycoon al termine della telefonata di giovedì con lo zar, conclusa con un nulla di fatto a riprova della situazione di stallo dei colloqui di pace.
Il presidente americano ha ammesso di non aver fatto «alcun progresso» durante il colloquio con l'omologo russo. E manca ancora una data per il terzo round di negoziati diretti tra russi e ucraini, un mese dopo l'ultimo incontro sostanzialmente infruttuoso in Turchia - al netto dell'accordo sugli scambi dei prigionieri, proseguiti anche nell'ultima giornata. Putin continua infatti a chiedere quattro regioni ucraine, oltre alla Crimea annessa nel 2014, insieme alla neutralità di Kiev. Condizioni inaccettabili per l'Ucraina, che chiede il ritiro delle truppe russe che intanto continuano ad avanzare al ritmo di un villaggio conquistato al giorno. Per ultimo, l'insediamento di Predtechyne, alle porte della roccaforte di Kostiantynivka.
E non va meglio nel resto dell'Ucraina, dove la pioggia di raid ha raggiunto la cifra record di 550 missili e droni in una sola notte, trascorsa «insonne e brutale», ha commentato amaramente Zelensky. I servizi di emergenza che hanno segnalato almeno un morto e 26 feriti, tra cui un bambino, mentre decine di incendi sono scoppiati in seguito ai bombardamenti, in particolare a Kiev, dove un edificio dell'ambasciata polacca è stato danneggiato, secondo Varsavia. A preoccupare poi è l'uso delle armi chimiche: secondo un rapporto dei servizi segreti di Germania e Paesi Bassi, Mosca sta infatti intensificando l'utilizzo di gas lacrimogeni e cloropicrina, diventato una pratica standard in violazione della Convenzione in vigore su queste armi. Da parte sua, la Russia ha accusato gli ucraini di aver provocato quattro morti e altrettanti feriti in un attacco missilistico sulla città di Donetsk.
(Unioneonline)