Nelle operazioni di investimento “ho controllato sempre con il massimo rigore, fondato sulla piena fiducia del mio ufficio".

Il cardinale Giovanni Angelo Becciu ha ribadito così, nel corso dell’ultima udienza del processo in Vaticano sulla gestione dei fondi della Santa Sede, l’assoluta correttezza del proprio operato.

Il prelato di Pattada, in particolare, ha voluto chiarire in via definitiva – spiega una nota diffusa dai suoi legali –  “una serie di questioni, dai finanziamenti alla diocesi di Ozieri all'affaire del palazzo di Londra”.

Per quanto riguarda i singoli investimenti finanziari oggetto del processo, Becciu ha ribadito: "Non ho mai messo in atto decisioni strategiche di investimento. Quelle compiute sono state fatte in base alle proposte dell'Ufficio apposito, principalmente per il tramite di monsignor Perlasca (la cui posizione è stata archiviata, ndr). Mi davano le loro motivazioni come è avvenuto per il palazzo di Londra e non avendo avuto ragioni contrarie ho dato il mio assenso".

E poi la questione del palazzo di Londra: "Perlasca non mi disse niente", ha detto Becciu. “Nei suoi confronti – ha aggiunto – ho avuto sempre stima, per la sua correttezza e onestà. Ciò che gli rimprovero è che non mi informò di eventuali criticità degli investimenti".

"Mi sottolinearono - ha proseguito Becciu – i grandi vantaggi dell'operazione. Solo vantaggi, non note negative". Inoltre, ha concluso il prelato, "mi fidavo di monsignor Perlasca, da sempre ritenuto esperto e competente nelle sue materie".

(Unioneonline/l.f.)

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