Emergono i primi dettagli sulla proposta presentata da Hamas ai mediatori del Qatar e dell'Egitto relativa alla tregua con Israele.

Secondo quanto riportano i media internazionali, l’ipotesi prevede un accordo in tre fasi, ciascuna di 42 giorni. Nella prima, verrebbero rilasciati donne, bambini, anziani e malati tenuti in ostaggio in cambio di 700-1000 detenuti palestinesi, di cui 100 che scontano l'ergastolo nelle carceri israeliane per la liberazione delle soldatesse israeliane. Hamas inoltre pone come condizione un cessate il fuoco permanente dopo lo scambio iniziale di ostaggi e detenuti. Secondo altre fonti, poi, nella proposta di Hamas c'è il ritiro immediato dell'Idf da due importanti arterie che attraversano la Striscia nella sua lunghezza: al-Rashid (la strada costiera) e Salah a-Din (che corre all'interno).

Ieri è arrivata sulle coste della Striscia - attraverso un corridoio marittimo protetto da Israele - la prima nave di aiuti partita da Cipro: è la spagnola Open Arms che ha cominciato a scaricare da un molo temporaneo 200 tonnellate di beni di prima necessità, in larga parte cibo e acqua, messi a disposizione dall'americana World Central Kitchen.

Ma a tenere banco ora è la possibile operazione militare israeliana a Rafah, nel sud della Striscia. Il premier Benjamin Netanyahu ha approvato i piani dell'esercito che ora è al lavoro per predisporre l'evacuazione di oltre un milione di sfollati palestinesi ammassati nella città più a sud di Gaza, prima di passare all'azione.

(Unioneonline/s.s.)

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