L’11 settembre di vent’anni fa l’attentato alle Torri Gemelle stravolge il mondo.

Una data spartiacque. L’Occidente sicuro, invulnerabile e ormai da decenni lontano da ogni guerra si scopre invece molto vulnerabile. E quasi impotente di fronte a un nemico invisibile, il terrorismo islamico, che non è uno Stato geograficamente inquadrabile e non combatte con le armi tradizionali, ma si serve di kamikaze per causare stragi indiscriminate.

(Ansa)
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Un giorno talmente importante che tutti, dai 30-35 anni in su, ricordiamo cosa stessimo facendo in quel preciso momento. Talmente iconico che non ha bisogno dell’anno per essere inquadrato, basta dire 11 settembre e tutti sappiamo di cosa si stia parlando.

Alle 8.44 ora locale (14.44 in Italia) un aereo si schianta contro una delle Torri Gemelle del World Trade Center, a New York. Una ventina di minuti dopo, mentre le tv di tutto il mondo trasmettono le immagini in diretta dal luogo del disastro, un secondo aereo si schianta contro la seconda Torre.

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Nel giro di un’ora e 40 minuti entrambe le Torri collassano, è strage: 2.977 vittime accertate, oltre 6mila i feriti. Un terzo aereo si schianta contro il Pentagono, sede del Dipartimento della Difesa, facendo crollare una facciata dell’edificio. Un quarto, diretto a Washington, precipita in un campo nei pressi Shankville, in Pennsylvania, grazie ad un’eroica rivolta dei passeggeri.

Si tratta di 4 voli di linea di due delle principali compagnie aeree americane (American Airlines e United Airline) dirottati complessivamente da 19 terroristi.

La prima pagina de L'Unione Sarda
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Solo per pochi minuti si pensa a un tragico incidente. Già quando il secondo aereo abbatte la seconda Torre si capisce che è un attentato, un vero e proprio atto di guerra contro l’Occidente e gli Stati Uniti d’America, guidati all’epoca da George W. Bush.

Una vera e propria catastrofe che entra nelle case dei cittadini di tutto il mondo, e che da quel giorno ne sconvolgerà la quotidianità (basti pensare a tutti i controlli antiterrorismo a cui ci siamo dovuti abituare negli ultimi vent’anni). Gli Stati Uniti, la superpotenza del mondo, subiscono per la prima volta un attacco sul loro territorio. Ma è l’intero Occidente, aperto e multietnico, a scoprirsi vulnerabile di fronte al nemico invisibile.

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Tre le immagini che restano impresse della strage: l’aereo che colpisce la seconda Torre, le due Torri che si infiammano e a poco a poco si sbriciolano, mentre alcuni si buttano giù per sfuggire alle fiamme e incontrare la morte in altro modo. E poi lo sguardo assente e sbigottito di Bush quando il capo del suo staff, Andy Card, gli sussurra in un orecchio la notizia mentre il Presidente si trova in una scuola elementare di Sarasota, in Florida.

Dei 19 dirottatori ben 15 sono sauditi, due degli Emirati, un libanese e un egiziano.

La prima pagina de L'Unione del 13 settembre
La prima pagina de L'Unione del 13 settembre
La prima pagina de L'Unione del 13 settembre

La reazione americana non si fa attendere, l’amministrazione Bush – in carica da pochi mesi – decide di attaccare l’Afghanistan controllato dai talebani, che ospita Osama Bin Laden, ritenuto il capo dei terroristi di Al Qaeda responsabili dell’attentato.

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Tutti manifestano solidarietà agli Stati Uniti e appoggiano l’attacco, anche Russia e Cina. Tutti i Paesi arabi – eccetto Iraq e Iran – manifestano solidarietà agli Usa. La “guerra al terrore” un anno e mezzo dopo, nel marzo 2003, si estende anche all’Iraq di Saddam Hussein.

Bush avvisato della strage (Ansa)
Bush avvisato della strage (Ansa)
Bush avvisato della strage (Ansa)

Bin Laden viene ucciso nel maggio 2011 in un’operazione dei Navy Seal. Ma i risultati della guerra al terrore non sono dei migliori. Deposto Saddam, nell’Iraq prende il sopravvento l’Isis, che a Mosul dichiara la nascita del Califfato e negli anni successivi terrorizzerà l’Europa con continui attentati. In Afghanistan gli Stati Uniti decidono il ritiro dopo vent’anni di guerra e l’esercito locale si sbriciola senza opporre resistenza di fronte all’avanzata dei talebani, che hanno nuovamente preso il controllo del Paese.

(Unioneonline/L)

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