È stata individuata anche in Veneto la variante indiana del coronavirus. Lo ha reso noto il presidente della Regione Luca Zaia. "Si tratta - ha detto - di due cittadini indiani di Bassano, padre e figlia, con la variante indiana. Le varianti ormai sono migliaia, e prima o poi arrivano tutte. Affrontiamo giorno dopo giorno questi aspetti, e andiamo avanti". 

Altri due pazienti - ha quindi riferito Zaia - sono in valutazione per la variante indiana, ma non risiedono a Bassano. Per quanto riguarda i due casi di Bassano, il governatore ha reso noto che "si tratta di cittadini indiani, rientrati dall'India. Sono in isolamento fiduciario a casa. La conferma è giunta dall'Istituto Zooprofilattico del Veneto. I tamponi sono stati processati oggi".

"Stiamo gestendo la questione senza allarmismi - ha concluso - la variante c'è, ci è stata comunicata, vogliamo farlo senza ansia". 

LA TEMIBILE MUTAZIONE – La variante indiana B.1.617 del Sars-CoV-2, è stata scoperta il 5 ottobre nel Maharashtra, lo Stato dove si trova Mumbai. Ha due mutazioni nella proteina Spike, che rendono più facile l'inserimento all'interno dell'organismo.

Sembra essere più contagiosa proprio per via della doppia mutazione, ha spiegato Fabrizio Pregliasco, virologo dell’Università Statale di Milano intervenendo ad Agorà su Rai 3, ma sono necessarie altre valutazioni per capire se e quanto si trasmette più facilmente.

Non è neanche detto che sia responsabile del boom di contagi in India.

“La situazione in India è drammatica, ma non a causa della variante. Il motivo è che, nel momento in cui i contagi sono temporaneamente calati, il virus è stato lasciato libero di correre, togliendo tutte le restrizioni. Quanto sta accadendo dunque era totalmente atteso", ha spiegato Carlo Federico Perno, direttore dell’Unità di Microbiologia all’Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma.

Valutazioni in corso anche sulla letalità: l’India sta vivendo una situazione drammatica, ma un numero di decessi giornalieri che si attesta tra le 2mila e le 3mila unità, in una popolazione da 1,4 miliardi di abitanti, è in proporzione inferiore al numero di vittime che si registrano quotidianamente in Italia.

Buca i vaccini? “Il vaccino è l’unica arma che abbiamo contro la variante indiana”, ha detto Pregliasco. Quanto protegga, è tutto da chiarire, ma “da uno studio israeliano sembra che Pfizer almeno in parte protegga".

Anche per questo, la scelta di bloccare gli ingressi dall'India, ha detto Pregliasco, "è una scelta precauzionale che condivido alla luce della situazione epidemiologica indiana, che vede questa recrudescenza terribile di Covid-19 in un contesto caratterizzato anche da difficoltà organizzative". 

Il primo caso di variante indiana era stato segnalato il 10 marzo a Firenze.

(Unioneonline/L)

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