La verità è lontana. Schivata dalla politica e aggirata dalle testimonianze (contradditorie) dei vertici militari. Troppo per Giampiero Scanu, presidente della commissione uranio impoverito della Camera. Lo dice senza mezzi termini: "C'è una totale subalternità della politica nei confronti della Difesa". Ne è ancora più convinto dopo l'audizione di Carmelo Covato, il generale responsabile dal 2013 del servizio di vigilanza, prevenzione e protezione dello Stato Maggiore dell'Esercito. Dopo la seduta, gli atti sono stati trasmessi alla procura.

"I MILITARI SAPEVANO" - La convocazione dei commissari è scattata giovedì scorso dopo l'intervista al Tg2 dell'8 novembre. Riferendosi alla guerra nell'ex Jugoslavia, Covato ha detto che "i nostri militari sapevano dei pericoli legati ai bombardamenti Usa all'uranio impoverito". Ha poi chiarito che "hanno ricevuto tutta la protezione che era possibile con le conoscenze del periodo".

Covato ha così smentito la relazione presentata in commissione il 9 marzo scorso da Pietro Lo Giudice, colonnello del Coi, il comando operativo interforze. Scriveva: "Non disponiamo di comunicazioni o informazioni di uso di particolare munizionamento da parte dei paesi o coalizioni nei teatri oggetto di schieramento di truppe italiane".

L'ATTACCO DI SCANU - Quindi tutto il contrario. Scanu attacca: "Generale, delle due l'una: o lei era male informato, e sarebbe grave, oppure lei ha mentito". Covato ammette: "Ho risposto con le dichiarazioni del capo di stato maggiore generale Arpino alla commissione difesa nella 13esima legislatura. Io all'epoca non ero impiegato all'estero". La tredicesima legislatura (siamo nella 17esima) inizia nel 1996 e finisce nel 2001. Quindi il generale si ferma a 20 anni fa.

ALMENO 340 MORTI - Il clima diventa incandescente sulla tragedia delle presunte vittime dell'uranio impoverito: 340 morti di tumore e 7000 malati secondo le associazioni. Covato, al Tg2, ha detto che quei numeri "sono notevolmente inferiori di quelli riferiti ai militari". Scanu ironizza: "Vuole dirci che ci si ammala di più nelle realtà domestiche?". E qui scoppia la bagarre. Covato richiama i dati dell'osservatorio epidemiologico militare: "I casi riscontrati non si discostano da quelli attesi". Scanu sbotta: "L'osservatorio registra solo le malattie nel periodo di servizio. Oltre che una bufala è una provocazione". Ma Covato rialza il muro: "Io mi attengo all'ispettore generale della sanità militare".

ATTI ALLA PROCURA - È un assist per il presidente, che il 24 maggio ha convocato proprio l'ispettore, il generale Enrico Tomao. "Ha dovuto riconoscere che le nostre erano osservazioni giuste". Ma i toni si alzano. Per Scanu "l'osservatorio è un'invenzione, non c'è niente di serio". Il botta e risposta va avanti per oltre un'ora. Alla fine gli atti partono per la procura di Roma. Raffaele Guariniello, consulente della commissione, aveva fatto altrettanto ma con destinazione Lanusei, dove si svolge il processo per Quirra. Avrebbe le prove sul brillamento di munizioni pericolose nel 2008. E in Parlamento? Le due proposte di legge della commissione, con firme bipartisan, sono ferme. La prima prevede che l'ispettorato del lavoro si affianchi ai militari per la vigilanza sanitaria; l'altra istituisce il registro delle attività dei poligoni. Il governo poteva accelerarle col decreto fiscale. Ma ha detto no. La difesa deciderà ancora sulle malattie professionali dei militari.

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