C'era chi pubblicava la foto dell'ex fidanzata, chi uno scatto rubato alla sorellina di 12 anni.

A scoprire l'archivio digitale con materiale pedopornografico amatoriale, ribattezzato "La Bibbia 3.0", è stata la Polizia Postale di Salerno, in collaborazione con il dipartimento di Catania.

L'indagine è nata da alcune segnalazioni che hanno permesso di ricostruire forme e modi di gestione di questo gigantesco database, che conteneva migliaia di fotografie e video di donne, prevalentemente adolescenti, nude o in atteggiamenti provocanti.

Le immagini, stando a quanto riportato dagli inquirenti, erano catalogate con titoli e categorie scelte per accendere le fantasie degli utenti. Spesso alle foto corrispondevano nomi, cognomi, indirizzi delle vittime.

Queste a volte non avevano alcun legame con chi condivideva le loro foto: erano immagini private, rubate da tecnici che riparano pc e telefoni, oppure copiate dai loro profili sui social.

In tutto 39 persone sono state denunciate, tre sono finite in manette: due devono rispondere di detenzione di ingente quantità di materiale pedopornografico, mentre uno di produzione, traffico e detenzione illecita di sostanze stupefacenti oltre al sequestro di centinaia di supporti informatici contenenti migliaia di file pedopornografici.

I denunciati risiedono in 14 regioni tra Campania, Lazio, Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna, Puglia, Sicilia, Calabria, Marche, Abruzzo, Veneto, Toscana, Liguria, Trentino Alto Adige.

(Unioneonline/D)
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