Udine, caccia ai gemelli Lupin: centinaia di furti, ma hanno il Dna uguale e non si riescono ad incastrare
I carabinieri: «Se li vedete avvisateci». Agiscono con la tecnica del foro nell’infisso, ecco come funzionaPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Della tecnica del “foro nell’infisso” sono maestri. Bucano l’infisso col trapano, ci infilano un ferro all’interno e agganciano la maniglia, aprendo così la porta o finestra e introducendosi nelle case delle malcapitate vittime, dove rubano tutto quel che possono. In primis soldi e gioielli.
Sono i gemelli Edmond e Eduard Trushi, 38enni di origini albanesi, chiamati i “gemelli Lupin”. Già autori di centinaia di furti negli ultimi anni in tutta Italia, ma ancora a piede libero per la loro incredibile somiglianza.
Infatti sono gemelli omozigoti e non agiscono mai in coppia: ogni volta che vengono incriminati finisce con un’assoluzione perché non si riesce a stabilire dal Dna – che tra i due è identico – chi abbia compiuto i crimini.
A quanto pare i due sono tornati nella zona di Udine – proprio nel Nord Est si concentra la maggior parte dei loro colpi - e i carabinieri hanno lanciato un avvertimento alla popolazione diffondendo una foto: «Se li vedete chiamate il 112».
Identici, i fratelli Lupin non vogliono distinguersi neanche nel look: stessi vestiti, stesso taglio di capelli e stessi tatuaggi. Altra tecnica per sviare gli investigatori. Per tre volte sono stati incriminati e assolti, di qui l’appellativo di gemelli Lupin come l’inafferrabile ladro gentiluomo.
Solo di recente, grazie a un modernissimo esame delle impronte digitali, sono riusciti ad incastrarli. Le loro impronte infatti presentano lievi differenze e per questo a Mantova sono stati condannati a 2 anni e 2 mesi, poi a Pordenone in appello a 5 anni e 5 mesi per ben 41 furti. Ma sono ancora a piede libero e, a quanto pare, sono tornati nella “zona di caccia preferita”. Nella zona di Udine infatti sono stati segnalati diversi episodi di manomissione e incisione sugli infissi, di qui l’appello dei carabinieri.
(Unioneonline/L)