Giulia Cecchettin è stata uccisa da Filippo Turetta nell'area industriale di Fossò - a 6 chilometri dalla sua casa - verso le 23.40 di sabato 11 novembre. Questo l’orario stabilito dalla lunga autopsia sul corpo della 22enne. Quando la Fiat Punto nera di Turetta scompare dalle telecamere della zona industriale di Fossò, alle 23.50, Giulia è già deceduta, per le coltellate e le lesioni subite nella seconda fase dell'aggressione di Filippo, documentata dalle immagini alle 23.40 di quel sabato.

Giulia è stata accoltellata almeno una ventina di volte ed è morta dissanguata, fatale un fendente al collo. Gli esami autoptici svolti a Padova devono fornire tante altre risposte: il numero di coltellate inferte a Giulia, la lama usata da Filippo: quella da 12 centimetri recuperata nell'auto in Germania o quella del coltello da 21 centimetri trovato spezzato nel parcheggio di via Aldo Moro. E ancora, se ci siano altre ferite provocate da calci e pugni, se ci siano stati abusi sessuali.

Mentre si svolgevano gli esami autoptici a Padova, a meno di 100 km di distanza, Filippo Turetta nel carcere di Verona rispondeva alle domande del pm di Venezia Andrea Petroni in un interrogatorio fiume durato nove ore.

Filippo Turetta (Instagram)
Filippo Turetta (Instagram)
Filippo Turetta (Instagram)

Il 21enne ha risposto alle domande davanti al pm di Venezia Andrea Petroni.  All'uscita sia il pm che gli avvocati di Turetta se ne sono andati a bordo di auto, scortati da un cordone di polizia penitenziaria. Il legale Giovanni Caruso non ha rilasciato dichiarazioni.

Pause lunghe, silenzi, lacrime, lo sguardo spento, ma anche risposte articolate, quelle che non aveva dato tre giorni fa.

Nell’interrogatorio di garanzia di tre giorni fa il giovane si era avvalso della facoltà di non rispondere e aveva rilasciato delle dichiarazioni spontanee in cui si era detto «affranto». Aveva anche accennato a un black out mentale, spiegando di voler «ricostruire nella memoria cosa gli è scattato in testa» quella sera dell’11 novembre, tra Vigonovo e Fossò, i luoghi in cui si sono consumate le due aggressioni costate la vita a Giulia Cecchettin.

«Ho perso la testa», ha ribadito oggi quando ha dovuto ricostruire passo passo tutto ciò che è avvenuto quella sera, ma anche nei giorni precedenti e nella settimana di fuga fino in Germania.

Se tramite l’autopsia i pm vogliono capire se contestare a Turetta anche l’aggravante della crudeltà, l’interrogatorio è volto a valutare la premeditazione. Dai coltelli in macchina allo scotch acquistato giorni prima, sono tante le contestazioni fatte in merito nell’interrogatorio del 21enne.

(Unioneonline/L)

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