Ippocrateorg, la contestata rete di medici legata a un gruppo Facebook e a un sito diventato punto di riferimento per alcune terapie domiciliari alternative ai protocolli ufficiali Covid, chiude. Almeno per il momento.

Troppi i medici sospesi perché non vaccinati, che dunque non possono più esercitare neppure in telemedicina. 

Nato nel marzo 2020, Ippocrateorg era diventato famoso per un convegno in Senato sulle cure domiciliari ma anche per un possibile collegamento col decesso di un uomo no-vax di 68 anni all'ospedale Sant'Anna di Ferrara, ricoverato in condizioni già critiche per Covid che si sarebbe inizialmente "curato" a casa con l'assistenza via mail e telefono di un medico volontario legato all'associazione.

L'annuncio della chiusura è stato dato dal fondatore Mauro Rango, uno studioso di "scienze sociali e diritti umani", che ha raccolto l'esperienza terapeutica "messa a punto presso le isole Mauritius (dove viveva durante la pandemia, ndr) e quella di altri medici in Germania e in Italia in cui si era usata l'idrossiclorochina a domicilio e il plasma iperimmune in ospedale". I medici volontari della rete sono stati sospesi perché "non si sono vaccinati e perché - attacca Rango - hanno curato più di 60mila persone a casa, lasciate sole, con Tachipirina e vigile attesa, che non avevano nessun altro a cui rivolgersi se non a uno dei nostri medici per telefono". L'auspicio di Ippocrateorg è riaprire a gennaio.

"Siamo stati costretti a chiudere - evidenzia - ma abbiamo chiuso fino al 31 dicembre, perché stiamo cercando nel frattempo altri medici che siano ancora iscritti all'Ordine e che possano prendere in mano il servizio assistenza". "In passato - aggiunge - a dei volontari che dopo il lavoro o nelle pause chiamavano pazienti gratuitamente e li assistevano sarebbe stato dato un premio. Oggi sono persone che vengono perseguitate. Di cui sui giornali, sulle tv, non si fa altro che dire le peggiori cose".

(Unioneonline/D)

© Riproduzione riservata