Tony Effe escluso dal concerto di Capodanno, Mahmood e Mara Sattei si ritirano: «Censura». E Roma resta senza artisti
I due cantanti denunciano la «censura» del Campidoglio contro il trapper, fatto fuori da Gualtieri per i testi «sessisti e misogini». E così, a pochi giorni dall’evento, il palco è vuotoDa sinistra: Tony Effe, Mahmood e Mara Sattei (Ansa)
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Il concertone di Capodanno a Roma è diventato un gran pasticcio e il Campidoglio, a pochi giorni dall’evento, si ritrova senza artisti.
Il primo, Tony Effe, è stato scaricato dallo stesso Comune che dopo averlo annunciato lo ha escluso per i suoi testi «misogini» e «violenti». Gli altri due, Mahmood e Mara Sattei, per solidarietà con il collega e condannando la censura del Campidoglio, hanno deciso di non prendere parte all’evento.
E così il palco, per ora, resta vuoto.
La cronistoria del pasticcio. Il 12 dicembre il sindaco Roberto Gualtieri e l'assessore ai Grandi Eventi Alessandro Onorato annunciano il cast del concerto, si esibiranno Mahmood, Mara Sattei e Tony Effe. Un evento per i giovani dunque, ma da subito si levano diverse voci che criticano la presenza del trapper, protagonista del dissing con Fedez e tra i big di Sanremo 2025. La polemica contro i testi «misogini, violenti e sessisti» divampa. E Gualtieri cede: «Tony Effe non può essere il volto di Roma, con risorse pubbliche. Non per censura ma per opportunità, sarebbe divisivo mentre il concerto di Capodanno deve unire».
Tony Effe inizialmente non replica, ma i suoi manager parlano di «danno d’immagine e alla carriera», mentre gli organizzatori dell’evento esprimono «stupore e dispiacere». Poi si fa vivo anche il cantante, sui social: «Sono sempre me stesso, non so fare l'attore, faccio musica e la musica non può essere censurata, scrivo quello che vedo e vivo quello che scrivo. Grazie a tutte le persone e i miei colleghi che hanno preso posizione».
Ieri pomeriggio l’annuncio clamoroso. Il primo a farlo è Mahmood: «Speravo di leggere una notizia diversa rispetto all'esclusione di Tony Effe – scrive sui social -. Ritengo sia una forma di censura per cui decido di non partecipare». Poche ore dopo è il turno di Mara Sattei: «Anch’io non prenderò parte all’evento – annuncia su Instagram – perché non trovo corretto impedire a un artista di esibirsi, privandolo della sua libertà d’espressione».
Gualtieri respinge le accuse di censura («Roma è una città aperta e libera, difendiamo la pluralità e non imponiamo opinioni, ma si sono urtate alcune sensibilità su valori come la libertà delle donne e la lotta contro la violenza») ma si ritrova, per il momento, con una grana molto complicata da gestire. Di fatto non c’è un concerto: un artista su tre l’ha fatto fuori lui, gli altri due si sono tirati fuori. L’intero cartellone è saltato e si lavora a una soluzione per il momento solo ipotizzata: un dj set, magari un artista straniero.
Già, perché gli artisti italiani non hanno proprio digerito la decisione del Campidoglio. E in particolare le donne, come testimoniano le critiche di Emma Marrone, Giorgia e Noemi. E ieri anche la Fimi, la federazione dei discografici italiani, ha preso una posizione: «Siamo sempre e sempre saremo dalla parte degli artisti e contro queste forme di censura. La libertà di espressione non è negoziabile».
Intanto è saltata stamani la presentazione in Campidoglio dei due concerti di “Capodarte” organizzati nelle periferie. Rinviata a data da destinarsi. E FdI ironizza: «Gualtieri imbracci la chitarra e canti qualche pezzo del suo variegato repertorio».
(Unioneonline/L)