Un delitto dai risvolti inquietanti: le ferite sul cadavere coperto di sangue e rinvenuto in via Dino Galli, in zona Vigne Nuove il 31 gennaio scorso a Roma, non sarebbero infatti state causate da coltellate, come in un primo tempo si era pensato, bensì da un feroce tentativo di fare a pezzi la vittima con una sega.

Mandante del terribile gesto, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, la ex compagna della vittima, il marocchino 34enne Kadmiri Adill.

La donna, una 47enne connazionale dell’uomo, per sbarazzarsi dell'uomo, con cui in passato aveva avuto parecchi screzi, avrebbe infatti chiesto aiuto a un amico, che si è procurato la sega, operazione che non è stata portata a termine a causa dell’intervento dei carabinieri.

L'uomo, come confermato dall'autopsia e dagli esami tossicologici sul cadavere, era inoltre stato avvelenato da un mix di alcool etilico e clonazepam, un antidepressivo appartenente alla classe delle benzodiazepine con alto potere sedativo.

Dal gip di Roma ieri è arrivata la convalida del fermo sulla donna, da poco atterrata in Italia e proveniente dal Marocco, dove si era recata illegalmente per sfuggire alla cattura.

La donna, interrogata nel corso della notte, ha fornito informazioni lacunose, senza chiarire i motivi né le ragioni per le quali il corpo è stato occultato.

Dopo la convalida del fermo, la donna è stata trasportata al carcere di Rebibbia.

(Unioneonline/v.l.)
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