Svolta nel delitto del trapano, per la morte di Luigia Borrelli di Iglesias è indagato un carrozziere
Decisivo il dna: l’uomo l’avrebbe uccisa 29 anni fa dopo aver consumato un rapporto sessuale e averle rubato il portafogli con l’incasso della giornataSvolta nell'inchiesta sull'omicidio di Maria Luigia Borrelli, la 42enne originaria di Iglesias, infermiera di giorno e prostituta di notte, massacrata il 5 settembre 1995, in vico Indoratori a Genova, nel basso che utilizzava per prostituirsi. Gli investigatori della Squadra mobile e della Guardia di Finanza, coordinati dal sostituto procuratore Patrizia Petruzziello, questa mattina hanno eseguito un decreto di perquisizione nei confronti di un 60enne genovese, dipendente di una carrozzeria.
All'uomo, che ha problemi di dipendenza dal gioco d'azzardo e avrebbe contratto molti debiti nel corso della vita, gli inquirenti sono arrivati grazie a diversi elementi, compreso il dna lasciato sulla scena del crimine. È accusato di omicidio e rapina: secondo le accuse avrebbe ucciso “Antonella” - così Borrelli si faceva chiamare nella sua seconda vita - dopo aver consumato un rapporto sessuale portandole via il portafoglio con l'incasso della giornata.
I sospetti sul primario
Due anni fa c'era stato l'ultimo colpo di scena nel cold case quando una supertestimone aveva raccontato agli investigatori che la madre - ex infermiera come Borrelli - le aveva confidato di aver visto un primario del San Martino, alcuni giorni dopo l'omicidio, con graffi al volto e al collo. Il medico era morto nel 2021. Le comparazione del dna - fatta attraverso alcuni parenti dell'uomo - tuttavia nel luglio di un anno fa aveva dato esito negativo. Lo stesso esito negativo, in passato, aveva portato a scagionare una lunga serie di sospettati.
Chi era Maria Luigia Borrelli?
Nata a Iglesias nel 1953, Borrellì si era trasferita a Genova alla fine degli anni ‘70, dove trovò lavoro come infermiera all’ospedale San Martino. Qui conobbe il magazziniere Mario Arnaldo Andreini e lo sposò. Dal matrimonio nacquero due figli. Verso la fine degli anni ‘80 Andreini comprò un bar. Ma, non avendo i soldi necessari per ristrutturarlo, finì in mano agli usurai e morì nel 1990 lasciando Borrelli con un debito di 250 milioni di lire.
Lei, pressata dagli usurai, si licenziò dall’ospedale e divenne Antonella. Prese in affitto un monolocale nel centro storico e iniziò a prostituirsi. Il 6 settembre 1995 la figlia, non vedendola rincasare, lanciò l’allarme. Maria Luigia Borrelli era nel monolocale, nuda dalla vita in su e con la punta di un trapano elettrico conficcata nella gola. Le indagini, fino a questo momento, non avevano portato da nessuna parte.
(Unioneonline)