Anche la fidanzata di Andrea Cavallari, il 26enne condannato per la strage di Corinaldo che dopo la cerimonia di laurea a Bologna ha fatto perdere le proprie tracce non rientrando in carcere, risulta irreperibile da giovedì scorso.  A quanto si è appreso, dopo la cerimonia il giovane era rimasto da solo insieme alla fidanzata e da allora si sono perse le loro tracce.

«Lancio un appello ad Andrea Cavallari affinché si riconsegni alla giustizia – dice Irma Conti, componente del collegio del Garante dei detenuti – dimostrando che il suo è stato un atto di debolezza e non il fallimento del suo percorso trattamentale». 

Il ragazzo aveva ottenuto un permesso di necessità dal magistrato di Sorveglianza. Era la prima volta che gli veniva concesso: nell'istanza con cui lo aveva richiesto aveva spiegato che si trattava di un evento eccezionale, legato al traguardo raggiunto, ovvero discussione della tesi e proclamazione. La giornata era appunto dedicata alla laurea e alla festa con i familiari.

Del caso parla anche il rettore dell'Università di Bologna, Giovanni Molari: «La decisione sulla scorta è in capo al magistrato di sorveglianza, non a noi. Negli ultimi anni abbiamo avuto qualche esempio con la scorta e abbiamo organizzato di conseguenza la sessione di esame». Per Molari nonostante questo episodio, il polo universitario penitenziario è «sicuramente un'esperienza positiva, un percorso di cui andiamo orgogliosi, che dà la possibilità di trasformare la detenzione in un percorso di riabilitazione e recupero sociale. Noi - ha spiegato - non abbiamo numeri elevati, parliamo di una sessantina di studenti, che frequentano l'Università di Bologna. Un terzo frequenta Giurisprudenza, poi una parte consistente agraria e studi umanistici. Circa il 50% completa gli studi con noi, il resto con altri atenei perché spesso escono dal carcere o vengono trasferiti».

Il rettore di Bologna ha poi sottolineato che «la gestione non è sempre facile, perché non è facile seguire gli studenti nei loro percorsi, ma c'è grande disponibilità dei docenti. Abbiamo anche qualche difficoltà su trasferimenti di dati e informazioni, perché la rete in carcere non è utilizzabile, quindi per esami o trasmissioni dati si procede prevalentemente col metodo cartaceo. Gli esami vengono fatti quasi sempre in presenza in carcere, oppure online con lo studente in carcere e il docente fuori. Le lauree anche, vengono tenute sia dentro che fuori dal carcere, ma è sempre l'autorità giudiziaria che decide».

(Unioneonline)

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