In Italia si è rotto quello che gli esperti definiscono "l'argine" della pandemia, il valore soglia del 3% che indica il rapporto tra casi positivi e temponi fatti.

A calcolare questo valore era stato nella scorsa primavera lo scrittore e ingegnere Thomas Pueyo, in un articolo diventato virale che ha trovato anche grande consenso nel mondo scientifico.

E il superamento di questo valore spiega l'impennata dei casi che si è verificata prima ieri e poi oggi, che i contagi hanno superato quota 4.400.

"E' un valore che indica l'obiettivo di fare tanti tamponi e pochi positivi", osserva il fisico Giorgio Sestili. In agosto il rapporto tra positivi e test era di poco superiore a 1, ora siamo ben oltre il 4%, e ciò vuole dire "che si è rotto l'argine e che ormai ci perdiamo moltissimi casi", spiega Sestili, che sottolinea anche come il valore resti comunque di gran lunga inferiore a quelli di aprile, quando il rapporto era di circa il 10%.

"In generale - prosegue l'esperto - si può dire che finché il rapporto è basso, i casi testati sono quasi tutti quelli reali, come è accaduto in estate. Se invece il rapporto sale i casi cominciano a sfuggire: i test non riescono a raggiungerli tutti e quelli che sfuggono continuano a diffondere l'infezione. Nel momento in cui si è rotto l'argine dobbiamo aspettarci un ulteriore aumento dei casi, che continueranno probabilmente a crescere nelle prossime settimane".

(Unioneonline/L)
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