Torna a salire il numero delle vittime di coronavirus in Italia. Dopo il dato di ieri, il più basso dal 18 marzo (431 morti), oggi sono stati registrati 566 decessi. Per il resto, continua il calo dei ricoveri in terapia intensiva, ma oggi tornano a crescere quelli ordinari, e diminuisce (ma oggi sono stati fatti meno tamponi rispetto agli ultimi giorni) il numero dei nuovi contagi.

Questi i dati forniti nel consueto bollettino quotidiano dal capo della Protezione civile Angelo Borrelli. Il numero di persone attualmente malate in Italia è di 103,616, 1.363 in più rispetto a ieri, quando l'incremento era stato di 1.984.

Di questi 3.260 sono in terapia intensiva (83 in meno rispetto a ieri, decimo giorno consecutivo di calo), 28.023 ricoverati con sintomi (+176 rispetto a ieri), e 72.333 in isolamento domiciliare, asintomatici o con sintomi lievi.

Il totale dei casi dall'inizio dell'epidemia - comprensivo di vittime e guariti - è di 159.516, 3.153 in più rispetto a ieri quando l'aumento era stato di 4.092.

Tornano a salire le vittime: 566, e il totale sfonda quota 20mila, attestandosi a 20.465. Le persone guarite sono 35.435, 1.224 in più di ieri quando l'aumento era stato di 1.677.

Sono 1.046.910 i tamponi complessivamente effettuati.

La tabella del ministero della Salute
La tabella del ministero della Salute
La tabella del ministero della Salute

REGIONE PER REGIONE - Sono 31.935 gli attualmente malati in Lombardia (670 in più rispetto a ieri, preoccupa Milano dove sono stati registrati quasi 300 nuovi casi in un giorno), 13.818 in Emilia-Romagna (+146), 12.765 in Piemonte (+260), 10.766 in Veneto (+37), 6.257 in Toscana (+95),3.365 in Liguria (+32), 3.080 nelle Marche (-34), 3.920 nel Lazio (+103), 3.062 in Campania (+5), 2.080 a Trento (-2), 2.512 in Puglia (+60), 1.307 in Friuli Venezia Giulia (-19), 2.050 in Sicilia (+20), 1.778 in Abruzzo (+36), 1.537 nella provincia di Bolzano (+22), 625 in Umbria (-62), 914 in Sardegna (+11), 791 in Calabria (-4), 582 in Valle d'Aosta (-6),270 in Basilicata (-7), 202 in Molise (0).

Quanto alle vittime, se ne registrano 10.901 in Lombardia (+280), 2.615 in Emilia-Romagna (+51), 1.826 in Piemonte (+97), 882 in Veneto (+26), 518 in Toscana (+23), 760 in Liguria (+11), 713 nelle Marche (+13), 284 nel Lazio (+5), 248 in Campania (+6), 300 nella provincia di Trento (+7), 267 in Puglia (+7), 202 in Friuli Venezia Giulia (+7), 171 in Sicilia (+8), 224 in Abruzzo (+12), 212 nella provincia di Bolzano (+7), 52 in Umbria (0), 75 in Sardegna (+2), 67 in Calabria (+1), 115 in Valle d'Aosta (+3), 18 in Basilicata (0), 15 in Molise (0).

"SIAMO ANCORA IN FASE 1" - Mentre la politica e l'economia iniziano ad organizzare la fase 2, Giovanni Rezza, dell'Iss e del comitato tecnico scientifico che affianca il governo, afferma: "Non c'è dubbio, siamo ancora in fase uno. I segnali positivi ci sono, ma il numero dei morti è ancora elevato perché da attribuire a contagi precedenti. I numeri diminuiscono lentamente perché si riferiscono a contagi avvenuti tempo fa". In Italia, inoltre, ci sono picchi diversi in diverse regioni. Rezza ha anche parlato dei recidivi, coloro che contraggono il virus una seconda volta: "Questo virus non lo conosciamo ancora bene, ma non è detto che siano contagiosi".

"NON ARRIVEREMO A CONTAGI ZERO" - "Non arriveremo a contagi zero", ha detto anche Giovanni Rezza rispondendo alle domande dei giornalisti. "Il virus non stopperà purtroppo la sua circolazione. A Wuhan ci sono riusciti prendendo misure incredibili, ma ora hanno un effetto ritorno. Da noi c'è una tendenza alla diminuzione. Però il virus continuerà a circolare e dovremmo mettere toppe in continuazione". "Perciò - ha spiegato - dobbiamo essere molto preparati nella fase due. Ogni volta che ci saranno nuovi focolai, dovremmo essere prontissimi a bloccarli e contenerli. Va rafforzata la sorveglianza sul territorio, ci devono essere le app ma anche gli uomini che fanno i tamponi".

"CALCIO? NON DAREI IL VIA" - "Se dovessi dare un parere tecnico non lo darei favorevole e credo che il Comitato tecnico scientifico sia d'accordo. Poi sarà la politica a decidere", così ha risposto Gianni Rezza a una domanda sulla ripresa del campionato di calcio.

TAMPONI - Angelo Borrelli invece, rispondendo a una domanda su presunte corsie preferenziali nei tamponi per politici e vip rispetto alle tante persone con i sintomi che non riescono ad ottenere il test, ha detto: "E' evidente che all'inizio abbiamo avuto problemi nel fare i tamponi, ma non credo ci siano state corsie preferenziali. Oggi riusciamo a farne in media circa 50mila al giorno, poi c'è qualche caso di persone che non sono riuscite ad accedere ai test malgrado i sintomi ma vanno indagati singolarmente".

(Unioneonline/L)
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