Mario Draghi tira dritto e respinge le perplessità di Bruxelles per le limitazioni all’ingresso in Italia anche per chi arrivi da Paesi Ue.

Fino al 31 gennaio servirà un tampone negativo per entrare in Italia, per i non vaccinati oltre al test c’è anche una quarantena di cinque giorni.

"Non c’è molto da riflettere”, taglia corto Draghi dopo che la Commissione ha lanciato il suo avvertimento, dicendo che le misure devono essere “proporzionali, giustificate e di breve durata”.

A giustificazione dell’ordinanza del ministero della Salute c’è il dato sull’incidenza della variante Omicron: secondo l’Iss in Italia è solo dello 0,19%, mentre all’estero dilaga.

La stretta, rivendica il premier, serve “a difendere con le unghie e con i denti una normalità che il nostro Paese ha conquistato al prezzo di 134mila morti” e ad affrontare il Natale con “relativa tranquillità”.

Draghi dunque non cede. Né a Bruxelles né tantomeno alle perplessità in seno alla maggioranza, con la Lega che poco gradisce l’estensione del Super green pass in zona bianca fino al 31 marzo e la proroga dell’emergenza, ma preferisce non polemizzare.

In Ue solo Italia, Portogallo, Irlanda e, notizia di oggi, la Grecia, hanno introdotto l’obbligo di tampone ai viaggiatori.

Bruxelles lamenta di non aver ricevuto da Roma nessuna notifica sulle nuove restrizioni, ma dal governo spiegano che la notifica è stata fatta in mattinata, dopo aver firmato nella serata di martedì l'ordinanza. Tutto risolto? Non proprio. La bozza delle conclusioni del Consiglio Ue chiede di "non ostacolare in maniera sproporzionata la libertà di movimento" in Ue.

Imporre il tampone, ribadisce Draghi, serve per proteggere l’Italia da Omicron, ma si continua a puntare sui vaccini: “Chi non si è vaccinato lo faccia al più presto”, è l'appello del presidente del Consiglio agli italiani.

(Unioneoline/L)

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