Il gip di Caltanissetta Graziella Luparello ha rinviato a giudizio per calunnia aggravata gli ispettori Fabrizio Mattei e Mario Bo, e il funzionario di polizia Michele Ribaudo, accusati del depistaggio delle indagini sulla strage di via D'Amelio, sono stati uccisi Paolo Borsellino e i cinque agenti della sua scorta.

I tre facevano parte del pool investigativo creato dopo le stragi del 1992, per fare la luce sulla morte del giudice palermitano e di Giovanni Falcone.

Per l'accusa i tre poliziotti avrebbero suggerito una falsa ricostruzione dell'attentato, agendo con l'aggravante di avere agevolato Cosa nostra.

In particolare, avrebbero manovrato le dichiarazioni rese dal "falso pentito" Vincenzo Scarantino, costringendolo a fare nomi di persone che non erano coinvolte nell'attentato.

In base a quanto raccontato da Scarantino, sette persone vennero condannate all'ergastolo.

A scagionarli le nuove indagini aperte dalla Procura siciliana grazie alla collaborazione del boss Gaspare Spatuzza.

I sette condannati sono stati assolti nel giudizio di revisione e oggi, come parti offese della calunnia, sono parte civile nel procedimento ai tre investigatori.

Il processo inizierà il 5 novembre davanti al Tribunale di Caltanissetta.

"La verità si saprà soltanto se chi sa parlerà e uscirà dall'omertà", ha dichiarato Fiammetta Borsellino, figlia del magistrato.

Lei e i suoi due fratelli si sono costituiti parte civile nell'udienza preliminare appena conclusa.

(Unioneonline/F)

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