«Vivevo questo disagio, un'angoscia esistenziale, ma non pensavo di arrivare a uccidere, non mi so spiegare cosa mi sia scattato quella sera, purtroppo è successo». Sono le parole che il 17enne, che nella notte tra sabato e domenica ha ucciso padre, madre e fratello di 12 anni a Paderno Dugnano, nel Milanese, ripete a chi lo sta incontrando in queste ore nel centro di prima accoglienza del carcere minorile Beccaria.

In mattinata ha ricevuto la visita del suo legale di fiducia, l'avvocato Amedeo Rizza. «È provato –ha spiegato il legale – e sta prendendo consapevolezza di ciò che ha fatto, anche se non riesce a darsi una spiegazione».

Intanto, dopo la choccante vicenda, opinione pubblica, istituzioni e politica si interrogano sulle cause del «disagio» che ha portato il giovane a uccidere, ennesimo di una lunga scia di sangue e reati perpetrati da giovanissimi negli ultimi mesi.

Sul tema è intervenuto anche il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara. «Ci sono diverse analisi che si possono fare», ha affermato il ministro. «C'è un disagio dei nostri giovani, e peraltro voglio sottolineare che sui media si rappresentano i giovani italiani come se fossero tutti demotivati, problematici e quant'altro. Io giro le scuole e non è così: vedo tanti giovani meravigliosi con tanto entusiasmo».

Dall'altra parte, ha aggiunto Valditara, «c'è anche un disagio oggettivo, che va affrontato a 360 gradi e che probabilmente è connesso ad alcuni elementi: il primo è il condizionamento dei social e poi le conseguenze dell'isolamento da Covid. Certamente - ha concluso il ministro – è una società complessa quella che abbiamo di fronte e che quindi dalla scuola chiede risposte sempre più efficaci».

(Unioneonline)

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